(Adnkronos) – “Mi immagino da solo al governo”. Così ai microfoni di Radio Popolare il leader M5S Giuseppe Conte replica a chi gli domanda se dopo il voto si vede da solo all’opposizione. “E’ complicato – ammette l’ex premier – ma battute a parte dico che gli italiani hanno un grande destino nelle proprie mani”, se quel 40% di astensionismo “decide di andare a votare significa ribaltare completamente sondaggi e pronostici”.
“Se un elettore di sinistra vuole realizzare gli obiettivi di una forza progressista credo che sia addirittura costretto a votare il Movimento rispetto all’offerta corrente”, afferma il leader pentastellato. “Siamo la forza più progressista, è evidente”, aggiunge.
Possibili nuove larghe intese senza M5S dopo il voto? “Il fatto che non sia previsto il Movimento non mi sorprenderebbe. Purtroppo – sconstata l’ex premier – vedo un clima in cui ci si predispone già mentalmente nei discorsi al fatto che tanto poi ci si ritroverà a governare un po’ insieme. Mi sembra che quelle forze politiche che parlano di agenda Draghi abbiano quell’obiettivo, anche senza Draghi”.
E per il leader M5S “l’eredità che questo governo lascia sul piano dell’agenda ecologica e sociale è molto modesta. Al di là del singolo discorso (pronunciato ieri da Draghi al Meeting di Rimini, ndr) ritengo – sottolinea Conte – che il governo uscente abbia fatto bene su alcuni punti come il completamento della campagna vaccinale e del Pnrr, ma dobbiamo essere molto attenti perché ho molta preoccupazione del ritardo che stiamo accumulando su vari fronti. Dobbiamo assolutamente premere perché tutto possa essere realizzato in tempo”.
“Il vero bipolarismo è tra chi è fintamente ‘green’ e il M5S, che invece è convintamente al lavoro per dare una visione e strumenti attuativi per realizzare la transizione ecologica”, dice Conte. “Ritornare al fossile sarebbe una grande iattura per l’Europa e il pianeta. Il clima sta impazzendo, non abbiamo più tempo da perdere”, aggiunge.
Quanto al Pd “il comportamento dei vertici del Pd sono quasi costretto a rinunciare a comprenderlo. Letta non l’ho capito più dal momento in cui abbiamo presentato la nostra agenda sociale al governo Draghi, ho visto un Pd molto timido”.
La rottura in Sicilia “non è stata una rappresaglia o una ritorsione – assicura il leader pentastellato – dal Pd c’è stato un tentativo molto scorretto di addossare la responsabilità della crisi al M5S. In Sicilia si stava lavorando sui contenuti” ma “hanno costretto Chinnici” a inserire “impresentabili” nelle liste, un comportamento che “ha messo in imbarazzo lei e noi”.