(Adnkronos) – “La logica del voto utile non porta da nessuna parte, ma soprattutto non paga”. Così il leader del M5S Giuseppe Conte, nel corso di una conferenza stampa presso la sede del Movimento 5 Stelle, a proposito delle prossime elezioni regionali nel Lazio.
“A leggere le ricostruzioni sembra che il problema dei cittadini del Lazio sia il campo largo o stretto: il vero problema – sottolinea l’ex premier – è il campo di battaglia di tutti i giorni, se si trovano ammassati sui treni, se si trovano in aree sotto scacco dell’inquinamento…”.
Quello del M5S per il Lazio sarà un programma “radicalmente progressista”, assicura il leader pentastellato. Il Movimento punta a “mettere sul tavolo” una “proposta forte” che abbia al centro temi come salute, lavoro e ambiente. Questo “non significa disconoscere tutti i risultati raggiunti dall’amministrazione regionale uscente”, puntualizza poi Conte.
“Non basta dirsi progressisti, bisogna dimostrarlo nei fatti: per questo il M5S si appella a tutte le forze – non solo politiche – sociali, sane della società civile per costruire insieme un progetto autenticamente progressista, una linea d’azione molto forte” con una “linea d’azione che deve contemplare alcuni punti cardine, che per noi sono imprescindibili. In materia di smaltimento dei rifiuti, questo progetto non potrà mai basarsi sulla costruzione di nuovi inceneritori”.
Il programma per il Lazio sarà definito “dalle forze politiche che aderiranno, spero, in modo significativo. Siamo assolutamente disponibili a lavorare in questa direzione e a individuare un candidato che possa essere degno interprete di questo programma” e che “possa offrirci le massime garanzie di realizzarlo, con coraggio”.
Quanto al Pd e all’auspicio di Bettini di un’alleanza per non regalare la Regione alla destra, “io rispetto le opinioni di tutti – afferma Conte – Goffredo Bettini è un amico e ci sentiamo spesso. Ma ovviamente su questo occorre qualche chiarimento. Si vince se si ha un progetto serio, se si costruisce un programma solido, se si è coerenti. Si può essere anche in cento, un’ammucchiata clamorosa, ma non si va da nessuna parte”, rimarca l’ex premier.
“Lo abbiamo ripetuto più volte, con questi vertici del Pd abbiamo difficoltà a sederci allo stesso tavolo”, ribadisce il leader del M5S ricordando che “quando si è trattato di subire una frattura all’interno del M5S molto dolorosa… i cosiddetti scissionisti sono andati in tutte le tv, in mondovisione, si trattava anche del ministro degli Esteri, ad accusarci delle peggiori nefandezze. Il Pd cosa ha fatto? Non è stato silente ma ne ha approfittato per candidarli tutti nelle proprie liste o in coalizione”. Non solo. “Quando i sondaggi in campagna elettorale ci davano al 6-7% il Pd ne ha approfittato per darci il colpo di grazia, metterci alla gogna ed emarginarci come degli appestati”, elenca ancora Conte.
“Il metodo della politica nostro sono i programmi, i contenuti. Noi non portiamo rancore. Lo voglio dire a tutto il mondo del Pd che in questi giorni si sta sbracciando chiedendoci un atto di generosità: la nostra generosità non esiste se significa scarsa chiarezza sui programmi, annacquamento dei nostri valori e principi”.