(Adnkronos) – Con la stampa 3D si è ricostruita in Pa Nylon Sinterizzato laser una testa di drago, con nuovi nanomateriali compositi si è contrastato il biodeterioramento grazie a intrinseche proprietà antimicotiche e antibatteriche. Sono scesi in campo i migliori esperti dell’Università di Roma Tor Vergata per dare nuova vita alla storica Fontana dei Draghi di Villa Mondragone, a Monte Porzio Catone, a pochi chilometri da Roma, e che oggi torna così a zampillare grazie ad un sapiente restauro. La fontana della più grande tra le Ville tuscolane è una meraviglia secentesca e viene inaugurata oggi dopo oltre un secolo di ‘silenzio’.
A mostrare ogni dettaglio della ‘cura’ a cui è stata sottoposta la Fontana dei Draghi è il Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, Nathan Levialdi Ghiron, questo pomeriggio nel corso di un evento a Villa Mondragone, alla presenza del ministro della Salute, Orazio Schillaci. Edificata per volere del Cardinale Scipione Borghese tra il 1618 e il 1620 quale fulcro visivo e simbolico del Terrazzone, la Fontana dei Draghi si trova nel vasto belvedere che affacciava – e affaccia ancora oggi – su Roma.
I lavori di restauro della Fontana dei Draghi sono stati coordinati dall’ateneo di ‘Tor Vergata’ ed eseguiti sotto la costante supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Area metropolitana di Roma e della Provincia di Rieti, conclusi nel dicembre 2022. I lavori, che si sono conclusi nel dicembre 2022, sono stati diretti dall’architetta Gisella Cestari dell’ufficio tecnico dell’Università di Roma Tor Vergata e sono stati eseguiti sotto l’Alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Roma e per la Provincia di Rieti, Angela Catalano e Francesca Dal Maschio.
Realizzata interamente in pietra tufacea, denominata ‘sperone del Tuscolo’, tipica dell’area tuscolana, ad opera dello scalpellino Girolamo Feliciani, sulla base di un’idea progettuale di Giovanni Fontana, successivamente ripresa da Giovanni Vasanzio, la fontana, nella sua realizzazione finale, ha visto il contributo anche di altri artisti del periodo. Viene in questo modo restituita alla collettività la possibilità di godere di uno dei capolavori d’arte del ’600 in un contesto paesaggistico di grande suggestione, ricco di bellezze archeologiche, artistiche e architettoniche, “il restauro della Fontana dei Draghi rappresenta un ulteriore passo in avanti all’interno di un continuo processo di recupero e valorizzazione del Centro Congressi e Rappresentanza Villa Mondragone” spiega la professoressa Marcella Pisani, presidente del Centro.
Nell’ambito del Bando regionale dedicato alla “Valorizzazione dei luoghi della cultura del Lazio”, il progetto di restauro della Fontana dei Draghi ha ricevuto dalla Regione Lazio un cofinanziamento per un importo complessivo 239.000 euro, i cui lavori sono stati avviati nel 2022: si è trattato di restauro conservativo della fontana e opere di miglioramento dell’accessibilità per la fruizione in sicurezza da parte di tutti i visitatori, di cui il prof Giovan Battista Fidanza del dipartimento di Storia, patrimonio culturale, formazione e società è il responsabile scientifico.
Il manufatto di altissimo valore artistico e architettonico, sottolineano gli esperti dell’Università di Roma Tor Vergata, versava infatti da tempo in una condizione di grave degrado, legato all’azione degli agenti atmosferici e all’aggressione dei biodeteriogeni, tra cui licheni e funghi.
Prima dell’intervento di restauro – che comunque “ha seguito i criteri del minimo intervento e della massima selettività e reversibilità delle operazioni” – l’Università di Roma Tor Vergata spiega che è stata effettuata una diagnosi sulla pietra e le malte originarie con il contributo della professoressa Federica Valentini del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche, per identificare i materiali costitutivi – sia originari sia di precedenti restauri -e le loro caratteristiche meccaniche e fisiche, e verificare la presenza di sali solubili e attacchi biodeteriogeni.
Dai risultati delle analisi effettuate sono state individuate le diverse tipologie di degrado e valutati i prodotti più adeguati e compatibili per il restauro. In particolare, sono stati selezionati nuovi nanomateriali compositi che si sono rivelati utili sia a consolidare la pietra sperone sia a contrastare il biodeterioramento, grazie alle intrinseche proprietà antimicotiche e antibatteriche. Con la stampa 3D si è ricostruita in Pa Nylon Sinterizzato laser una testa di drago per una delle statue acefale della Fontana: la testa è stata ottenuta con un sistema di scansione ottico topometrico del modello della testa di drago maggiormente conservata.
I lavori, diretti dall’architetta Gisella Cestari dell’ufficio tecnico dell’Ateneo, sono stati eseguiti sotto l’Alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Roma e per la Provincia di Rieti, dottoresse Angela Catalano e Francesca Dal Maschio.