(Adnkronos) – “Io non ho ritrattato niente”. Lo afferma l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato nel corso di un incontro alla Stampa estera in Italia per approfondire le sue dichiarazioni sulla strage di Ustica. “Ho detto che portavo avanti l’ipotesi più fortemente ritenuta credibile tra quelle formulate, specificando che non avevo alcuna verità da riferire e che il mio scopo era quello di provocare, se possibile, un avvicinamento alla verità”, continua.
“Ho trovato singolare – dice Amato – sia stato detto che la politica con Ustica non c’entra. La politica può ancora fare molto, se vuole, perché Ustica sia chiarita”.
“Non mi importa assolutamente nulla della sede politica di oggi, la ragione è che una persona di 85 anni comincia a ragionare avendo in mente qualcosa di diverso da ciò che quotidianamente affligge i giornalisti che si occupano di cronaca politica, e inizia a pensare che ha davanti poco tempo e a chiedersi se c’è qualcosa di utile e di incompiuto”, sottolinea, spiegando il perché della sua intervista a ‘La Repubblica’.
“Mi è arrivata la richiesta di Repubblica di parlare di Ustica, mi stava dentro, avevo avuto contatti recenti con le famiglie e ho iniziato a pensare che questa ricerca a cui le famiglie non rinunciano sta per arrivare a un tempo irrealizzabile”, afferma Amato, aggiungendo: “Ecco il peso della mia età”.
E scandisce: “Chi ha scritto che la mia intervista è fonte di attriti con la Francia ha voluto creare un attrito e dire una cosa non vera, cosa che spesso in politica si fa. Non risponde a verità”.
Poi, a una domanda sulle sue parole su Bettino Craxi, risponde: “Un errore, segnalato anche da figli di Craxi. Inizio ad avere una certa età e ho ammesso che non sono in grado dire se l’errore l’ho fatto io o se lo fece chi mi disse che Craxi informò Gheddafi. E’ un fatto che lo informò nell’86”.
“No, non ho sentito Meloni, perché avrei dovuto?”, risponde ancora l’ex presidente del Consiglio a un’altra domanda nel corso dell’incontro alla Stampa estera.