Sardegna, carceri meno affollate ma procedimenti civili troppo lunghi

(Adnkronos) – In Sardegna ci sono 6 tribunali (Cagliari, Lanusei, Nuoro, Oristano, Sassari, Tempio Pausania), tutti riferenti ad un unico distretto di Cagliari, una corte d’appello nel capoluogo e una sede distaccata a Sassari. In tema di giustizia la regione presenta dati in chiaroscuro: si va da quelli molto positivi sull’affollamento delle carceri, seconda regione migliore d’Italia, alla durata dei procedimenti civili, che risulta superiore alla media italiana. 

Analizzando l’andamento recente, i flussi della giustizia civile risultano in rallentamento dal 2021 al 2022 in 5 tribunali sardi su 6, tranne Oristano. Parallelamente, le spese per la giustizia sono cresciute nell’ultimo anno, specie per gli onorari per i difensori. Un altro indicatore piuttosto negativo vede la Sardegna al primo posto in Italia per numero di divorzi giudiziali. 

Un tema particolarmente delicato quando si parla di giustizia riguarda la durata media dei procedimenti. Se per quelli di civile ordinario la durata risulta in aumento, per diverse altre materie, come lavoro e previdenza, è invece in controtendenza con diminuzioni in alcuni casi anche piuttosto sostanziose.  

All’interno delle 10 carceri presenti sull’Isola non risultano problematiche di sovraffollamento. Il tasso di affollamento effettivo è dell’88,6%, il secondo più basso a livello nazionale, dietro solo alla Valle d’Aosta (79,5%). Per fare un raffronto, le due regioni peggiori sono la Lombardia con un tasso del 151,8% e la Puglia con il 145,7%. I dati sono contenuti nel Rapporto Antigone 2023 sulle condizioni dei detenuti. Antigone è una ONG che si occupa di diritti umani all’interno delle carceri.  

Un dato confermato anche dalle statistiche del Ministero della Giustizia aggiornate al 30 giugno 2023, che indicano che negli istituti di detenzione sardi, a fronte di una capienza regolamentare di 2.617, sono presenti 2.055 detenuti. Ricordiamo che la capienza regolamentare è calcolata sulla base del criterio di 9 mq. per singolo detenuto. 

Dei 2.055 attuali detenuti in Sardegna, 45 sono donne, 475 sono stranieri. Sempre rispetto al numero totale di detenuti, 1.704 sono condannati definitivi, 168 hanno condanne non definitive e 174 sono in attesa di primo giudizio. 

Secondo i dati SICID del Ministero della Giustizia relativi al 2022, i procedimenti civili complessivi di tutte le materie nei diversi tribunali dell’Isola hanno avuto una durata media pari a 520 giorni (1,4 anni), ben più elevata della media nazionale di 433 giorni (1,2 anni). Il picco maggiore si registra per il civile ordinario con 993 giorni, rispetto a 878 della media dei tribunali italiani.  

Analizzando i dati di tutti i tribunali della Sardegna, solo nella sede di Sassari si registra una durata media per un procedimento civile inferiore a quella nazionale, pari a 293 giorni medi, mentre nella sede di Cagliari e in quella di Lanusei, per un procedimento civile ci vogliono fino a 632 giorni (1,7 anni). 

Entrando nello specifico delle singole materie di procedimenti civili, il picco più elevato per ufficio di tribunale e durata del procedimento si raggiunge nella sede di Tempio Pausania, dove un civile ordinario dura fino a 1.254 giorni, ovvero 3,5 anni. Poco di meno al tribunale di Cagliari dove la durata media è di 1.161 giorni.  

Nonostante i dati complessivi relativi alla durata dei procedimenti civili in sede di tribunali non siano meritori per la Sardegna, nell’ultimo anno si assiste ad una diminuzione generalizzata in diverse materie civili, salvo il civile ordinario, la cui durata media è invece aumentata dal 2021 al 2022 di quasi 40 giorni.  

Nel complesso, nei tribunali sardi la durata delle cause civili di lavoro è diminuita su base annua di ben 137 giorni, di 96 giorni quella delle cause legate al tema previdenza, Anche i procedimenti civili di volontaria giurisdizione hanno registrato tempi leggermente ridotti (- 5 giorni).  

Con specifico riferimento ai singoli uffici di tribunale, dal 2021 al 2022 la giustizia civile ha accelerato i tempi a Cagliari, dove nei procedimenti per motivi di lavoro ci vogliono 179 giorni in meno e per quelli legati alla previdenza 113 giorni in meno. A Nuoro la media scende di 138 giorni per le cause di lavoro e di 123 giorni per quelle di previdenza. Infine, a Sassari per le cause di lavoro si scende di 95 giorni.  

Uno degli indici per stabilire l’efficienza degli uffici giudiziari è il clearance rate, un indice che misura la capacità dei sistemi giudiziari e dei singoli uffici di smaltire i procedimenti sopravvenuti e si calcola come rapporto tra il numero di procedimenti definiti e quelli sopravvenuti. Valori superiori all’unità indicano che sono stati definiti più procedimenti rispetto a quelli sopravvenuti con conseguente riduzione dell’arretrato.  

Sulla base del clearance rate, dal 2021 al 2022 la situazione negli uffici dei tribunali sardi è peggiorata, tranne nel tribunale di Oristano dove l’indicatore è leggermente migliorato da 1,027 a 1,041. In particolare, il rapporto tra procedimenti sopravvenuti e definiti è peggiorato presso il tribunale di Sassari (clearance rate passato da 1,026 a 0,979) e quello di Nuoro (clearance rate da 1,097 a 0,995).  

I flussi dei procedimenti civili risultano rallentati su base annua anche nel più grande tribunale dell’Isola, quello di Cagliari: nel 2021 a fronte di 23.321 procedimenti sopravvenuti, i definiti totali sono stati 26.346, con una differenza positiva di oltre 3 mila definizioni, mentre nel 2022 a fronte di 24.150 procedimenti sopravvenuti si sono avuti solo 24.912 definiti totali, con un clearance rate sceso da 1,129 a 1,031. 

Nell’ultimo anno, secondo i dati della direzione generale di statistica del Ministero della Giustizia, le spese sostenute dall’erario per la giustizia sono aumentate a livello nazionale di circa 60 milioni di euro, passando da un totale di poco più di 824 milioni di euro del 2021 a poco più di 884 milioni del 2022.  

Parallelamente, le spese per la giustizia sono cresciute anche in Sardegna. Complessivamente nel distretto di Cagliari, che comprende i 6 tribunali dell’Isola e la Corte d’Appello del capoluogo, nel 2022 sono stati spesi 35,7 milioni di euro (Iva esclusa), mentre nel 2021 erano stati spesi 31,7 milioni, dunque con un aumento di 4 milioni.  

Tra le voci di spesa della giustizia in Sardegna hanno pesato maggiormente gli onorari per difensori, consulenti, ausiliari dei magistrati, che nel 2022 ammontavano a 24,2 milioni di euro. Una voce che nel 2021 ammontava a 19,7 milioni con una cresciuta su base annua di 4,5 milioni di euro. Al contrario, sono diminuite le voci relative a spese per viaggi, intercettazioni, custodia (da 7,7 a 7,4 milioni) e per indennità spettanti ai magistrati o per trasferta (da 3,4 a 3 milioni).  

Secondo i dati Istat su matrimoni e unioni civili, nel 2021 la Sardegna con il 44,4% è prima tra le regioni italiane in quanto a divorzi giudiziali ovvero quelli che non si risolvono con un accordo tra coniugi, ma mediante ricorso al giudice. Seconda e terza si trovano Sicilia e Calabria con il 39,2%.  

A conferma che i coniugi sardi si lasciano più spesso degli altri anche il dato sui divorzi ogni 100 mila coniugati che vede la Sardegna prima con un indice pari a 389,2 rispetto alla media nazionale di 303,7. Al secondo posto la Liguria con 375,5 e Valle d’Aosta con 357,6.  

Analizzando un altro indicatore di giustizia civile, le istanze di fallimento, scopriamo che la Sardegna nel 2019 ha avuto un’incidenza di 5,8 fallimenti ogni mille imprese, alle spalle della Lombardia che ha un’incidenza di 6,2 e quasi cinque punti in meno della regione con più istanze di fallimento, il Lazio con 10,2 ogni mille imprese. 

Numeri e statistiche a parte, la Regione sta facendo del suo per mettere in atto progetti di valore sociale strettamente legati alla giustizia, sia dal punto di vista del sostegno alle vittime di reato che da quello del recupero degli ex detenuti.  

Tra questi ultimi citiamo “Liberi”, il programma per il reinserimento sociale degli ex detenuti, voluto dall’Assessorato regionale del Lavoro e dall’Aspal, finanziato col Fondo Sociale Europeo, che ad oggi ha riguardato più di 60 ex detenuti con percorsi personalizzati di formazione, mentoring e tirocinio professionale.  

Un altro progetto interessante, questa volta dalla parte delle vittime, è stato avviato nel 2022, si chiama Ichnos – Impronte e prevede lo stanziamento di oltre 396 mila euro per interventi legati allo sviluppo di servizi pubblici per l’assistenza generale alle vittime di ogni tipologia di reato, di servizi per la giustizia riparativa e la mediazione penale. 

(Adnkronos)