(Adnkronos) – Non ci vuole certo la sfera di cristallo per immaginare quella di oggi come la conferenza stampa più attesa degli ultimi tempi, vuoi per i due rinvii per questioni di salute che hanno fatto lievitare l’attesa, vuoi perché di carne al fuoco, nel 2023, anno che la premier Giorgia Meloni ha già etichettato come “tosto”, non ne è mancata.
Il 29 dicembre del 2022, nella sua prima conferenza stampa di fine anno, Meloni ha risposto alle domande per circa tre ore. A questo giro, con un anno di governo alle spalle, la premier si presenta alla stampa con la consapevolezza di poter mettere sul tavolo i risultati positivi del suo governo, a partire dalla rinegoziazione con l’Europa del Pnrr, che in molti giudicavano impossibile: il 2023 che si chiude con l’incasso della terza rata e il disco verde della Commissione europea sulla quarta, oltre ai 52 target messi a segno per la quinta. Da rivendicare anche la legge di bilancio chiusa nei tempi, su cui alla fine la linea di palazzo Chigi è prevalsa, a partire dallo stop agli emendamenti. Di certo Meloni è pronta a ribadire, con la stessa convinzione mostrata in Parlamento durante le sue comunicazioni, la linea filo-atlantista e l’appoggio all’Ucraina, magari con una sottolineatura maggiore della prospettiva di pace, dopo due anni di conflitto e dell’impegno italiano che non mancherà per la ricostruzione.
Stessa difesa è facile immaginare per la riforma del premierato, cavallo di battaglia del governo, ma anche del ddl Calderoli sull’attuazione dell’autonomia differenziata. Sulla riforma costituzionale, in vista di un probabile referendum, Meloni ha già fatto sapere che non teme la consultazione popolare, qualunque sia il risultato: “Decideranno gli italiani”, aggiungendo che “non è un referendum su di me”.
A dettare i temi, come al solito avviene in questa occasione – il premier non va in sala con un discorso pronto – sono però i 45 giornalisti iscritti all’evento (trasmesso in diretta su diverse emittenti, a partire da Raiuno), che prenderanno posto nella nuova Auletta dei gruppi della Camera, a partire dalle 11 di questa mattina. E che sicuramente incalzeranno Meloni sulle ultime vicende di cronaca, dallo sparo di Capodanno al ‘caso Verdini’, ma anche su temi internazionali, come la presidenza italiana del G7.
Chi ha sentito in queste ore la premier – che, ancora alle prese con il problema degli otoliti e le vertigini, ieri è rimasta a casa a prepararsi – ha chiara la convinzione che Meloni non si sottrarrà alle domande più spinose, compresa la vicenda sul ddl concorrenza, balneari e ambulanti, che ha assunto un peso diverso, dopo l’intervento del Colle con i rilievi di Mattarella.
Quella con la Ue sembra una partita ancora più delicata, soprattutto dopo lo stop del Parlamento italiano alla ratifica del Mes, vista pure la scadenza elettorale delle europee, attese a giugno. La conferenza stampa di fine anno, slittata al 4 gennaio, potrebbe essere infine l’occasione per Meloni di chiarire se si candiderà in Europa, dando un segnale forte non solo all’opposizione, con Elly Schlein che potrebbe seguirla candidandosi a sua volta, ma soprattutto agli alleati.