(Adnkronos) – Mohammed Deif, capo dell’ala militare di Hamas dal 2002, il ‘fantasma’ di Gaza che per anni era riuscito a sfuggire ai tentativi di eliminarlo da parte di Israele, è stato ucciso. Lo hanno confermato le forze israeliane (Idf) spiegando che quello che per anni è stato considerato tra i nemici più acerrimi dello Stato ebraico è stato colpito in un raid sul sud della Striscia lo scorso 13 luglio insieme al capo della Brigata Khan Yunis di Hamas, Rafa’a Salameh.
L’annuncio della morte di Deif arriva a 300 giorni esatti dal massacro del 7 ottobre e dalla presa degli ostaggi e all’indomani dell’uccisione in un raid a Teheran del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh.
Capo delle Brigate Ezzedin al-Qassam dal luglio 2002, Deif si era unito ad Hamas nel 1990 e negli ultimi 20 anni era sopravvissuto a diversi tentativi israeliani di assassinarlo. In un raid nel 2014 aveva perso la moglie e il figlio di sette mesi, mentre il più recente tentativo conosciuto di eliminarlo risaliva all’operazione ‘Guardiano delle Mura’ nel 2021.
Deif, con il quale pochissimi quando era in vita avrebbero avuto contatti diretti, era considerato la mente della strategia del lancio di razzi contro Israele e della costruzione dei tunnel per infiltrare uomini e armi. Nei mesi scorsi era stato indicato come il più inflessibile oppositore al cessate il fuoco con Israele.
Nato a Khan Yunis una sessantina di anni fa, Deif è stato un ‘fantasma’ sia per gli israeliani sia per i palestinesi: per anni non ci sono state sue foto se non una scattata nel 2001, quando fu rilasciato da un carcere dell’Anp. In passato c’è stato chi ha sostenuto fosse nato con il nome di Mohammed al-Masri e che avesse assunto il nome di battaglia con cui è noto da un personaggio che aveva interpretato a teatro ai tempi dell’università. Perché a Deif, da studente di Scienze all’Università islamica di Gaza, piaceva molto fare l’attore e aveva fondato un gruppo, chiamato ‘Coloro che tornano’, in riferimento al desiderio dei palestinesi di tornare nella terra in cui vivevano prima della nascita dello Stato di Israele.
Una passione, quella della recitazione, che Deif aveva mantenuto anche dopo essere diventato un militante di Hamas – dopo l”iniziazione’ con la Fratellanza musulmana, di cui il movimento di resistenza islamico è una costola – prestando il proprio volto nei video di propaganda del gruppo.
Nel 1990 venne arrestato per la prima volta dagli israeliani, che però lo rilasciarono poco dopo. Fu allora che iniziò a partecipare attivamente alla creazione delle Brigate al-Qassam, dimostrando un’abilità particolare con le armi, a cominciare da razzi e bombe.
Nel 1996, dopo la morte dell”ingegnere’ di Hamas, Yahya Ayash, Deif – il cui nome in arabo significa ‘ospite’ – assunse un ruolo sempre più centrale nelle Brigate e nell’ideazione degli attacchi contro Israele. Parallelamente sparì dalla circolazione, mentre nel 2002 riapparve come leader del braccio armato di Hamas, diventando, secondo l’intelligence israeliana, la mente di tutti i più sanguinosi attentati suicidi contro autobus e ristoranti israeliani degli anni Duemila.
E’ in quel periodo che sopravvive a numerosi tentativi di ucciderlo, tentativi in cui avrebbe perso la vista a un occhio e che lo avrebbero lasciato su una sedia a rotelle. E che hanno contribuito ad accrescere la leggenda intorno al suo ‘personaggio’, che i palestinesi consideravano un eroe anche per il suo stile di vita frugale. Nella sua strategia, oltre allo sviluppo di razzi sempre più sofisticati, rientrava anche la costituzione di una forza di combattenti addestrati per infiltrarsi attraverso i tunnel e colpire Israele.
Il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, ha pubblicato uno scatto sui social che lo ritrae mentre traccia una X su una foto di Deif. “L’uccisione dell’omicida di massa Mohammed Deif – il ‘Bin Laden di Gaza’ – il 13 luglio 2024, è un passo cruciale verso lo sradicamento di Hamas come organizzazione militare e politica e verso il raggiungimento degli obiettivi di guerra che ci siamo prefissati”, ha dichiarato Gallant a commento della notizia. Il ministro ha quindi elogiato la cooperazione “ottimale” tra le Idf e lo Shin Bet che ha portato all’eliminazione di Deif, sottolineando che “Hamas è un’organizzazione che si sta disintegrando ed i terroristi devono scegliere tra la resa e la morte”.
Il leader israeliano dell’opposizione Yair Lapid ha accolto con favore la conferma da parte delle Idf della morte di Deif. “Mi congratulo con l’Idf, lo Shin Bet e le forze di sicurezza per l’eliminazione di successo di Muhammad Deif”, ha affermato Lapid in una dichiarazione. “È un risultato militare di importanza senza precedenti. I risultati militari di Israele dovrebbero essere tradotti in risultati politici strategici e si dovrebbe fare tutto il possibile per riportare a casa gli ostaggi ora”.