Ucraina, ecco ok Usa: sì a missili contro obiettivi in Russia

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Gli Stati Uniti si apprestano a dare il via libera all’Ucraina che potrà utilizzare i missili a lungo raggio Atacms forniti da Washington per colpire obiettivi a 300 km di distanza, in profondità nel territorio della Russia. La svolta appare imminente dopo l’arrivo del segretario di Stato Antony Blinken a Kiev e l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. 

La svolta è destinata ad aprire una nuova fase della guerra, innescata dall’invasione ordinata da Vladimir Putin e iniziata oltre 900 giorni fa. “Il nostro piano per la vittoria – le parole di Zelensky – dipende principalmente dal sostegno degli Stati Uniti. E di altri partner”. 

 

La fumata bianca potrebbe arrivare venerdì, quando il presidente degli Stati Uniti Joe Biden incontrerà il premier britannico Keir Starmer. Londra, secondo fonti citate dal Guardian, ha già deciso e deve solo formalizzare il ‘suo’ semaforo verde: Kiev potrà utilizzare i missili Storm Shadow forniti dal Regno Uniti per colpire obiettivi in Russia. 

Arriverà quindi una risposta positiva all’ennesimo appello ucraino, inviato nella circostanza dal nuovo ministro degli Esteri Andrii Sybiha: “La cosa principale è rimuovere tutte le barriere sull’uso delle armi degli Stati Uniti e del Regno Unito contro la Russia. Ciò avvicinerà la pace giusta”. 

 

Blinken, arrivato a Kiev con il ministro degli Esteri britannico David Lammy, ha ribadito che gli Stati Uniti sostengono l’Ucraina “dal primo giorno”. Se il quadro della guerra è peggiorato, la responsabilità è di Putin: Mosca, secondo gli Usa e gli alleati di Kiev, riceve missili balistici dall’Iran e usa le armi per colpire le città ucraine. 

“Per citare solo gli Usa, dal primo giorno abbiamo corretto e adattato i nostri aiuti a Kiev, mano a mano che cambiavano le esigenze sul campo di battaglia. Continueremo a farlo mano a mano che questo conflitto evolve”, ha affermato Blinken, precisando che una escalation “è certamente uno dei fattori che consideriamo, anche se non l’unico. 

“Ora la Russia acquisisce missili balistici dall’Iran, un passo che darà ulteriore forza alla sua aggressione contro l’Ucraina. Se c’è una parte che ha compiuto azioni per una escalation è Putin e la Russia”, ha detto ancora. 

“E’ Putin che ha provocato una escalation della guerra questa settimana, con l’invio di missili balistici dall’Iran, con questo nuovo asse, Russia, Iran, Corea del Nord”, ha aggiunto Lammy, sollecitando la Cina a non farne parte.  

 

Il sostegno di Washington e Londra è stato ribadito con l’annuncio di nuovi aiuti. Blinken ha ufficializzato un pacchetto economico e umanitario per l’Ucraina da 717 milioni di dollari. Il Regno Unito fornirà invece “centinaia di missili” nei prossimi mesi a Kiev per difendersi dalla Russia, ha detto Lamy. “Posso annunciare che entro la fine dell’anno invieremo all’Ucraina centinaia di missili aggiuntivi per la difesa aerea, decine di migliaia di munizioni di artiglieria aggiuntive e altri veicoli blindati”, ha aggiunto. 

La Russia osserva e minaccia. Il Cremlino da giorni dà per scontato il semaforo verde all’uso di Atacms oltre il confine e promette una “risposta appropriata agli attacchi in profondità nel territorio della Russia”, ha detto il portavoce Dmitry Peskov sostenendo che ”la decisione di colpire la Russia con missili Atacms è già stata presa e stanno cercando di formalizzarla attraverso i media”. 

 

Il via libera all’uso di armi americane e britanniche sul suolo russo è un parziale ‘game changer’ nel conflitto. L’Ucraina ha già dimostrato di poter colpire in profondità con i droni, arrivati di fatto nell’area di Mosca. Finora, Kiev è stata autorizzata a usare le armi statunitensi per colpire entro 100 km dal confine con la Russia: l’ok condizionato è arrivato a maggio, quando l’offensiva ordinata da Putin martellava quotidianamente la regione ucraina di Kharkiv. Ora, Washington sta per rimuovere l’ultimo paletto, allineandosi a quanto consentono già da tempo altri paesi. L’Olanda, ad esempio, ha autorizzato Kiev a far volare i propri F-16 ovunque. 

Lanciare i missili Atacms in territorio russo significa costringere Mosca ad arretrare le proprie basi, come in parte è già accaduto, in particolare quelle utilizzate per le azioni con le devastanti bombe ‘plananti’ FAB 3000 in grado di produrre danni enormi. In quest’ottica, diventa fondamentale per Kiev mantenere il controllo di un’ampia porzione di territorio nella regione russa di Kursk. Le forza armate ucraina, entra nel territorio nemico oltre un mese fa, sono arrivate ad occupare un’area di 1200 km quadrati. 

La Russia nelle ultime ore ha rivendicato il controllo di una decina di insediamenti, come ha reso noto il comandante della forza cecena Akhmat, Apti Alaudinov. Le forze di Mosca avrebbero lanciato l’attacco da ovest, dalla località di Snagost, a una trentina di chilometri a ovest di Suzhda e a 10 a nord del confine. Vi avrebbe preso parte la 155esima brigata della marina. 

 

 

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