(Adnkronos) – L’economia blu è una delle principali leve di sviluppo per il futuro economico dell’Italia, dell’Europa e del mondo, ma solo il 15% delle aziende a livello globale considera pienamente la blue economy un’opportunità di crescita. È il risultato di un’analisi che verrà presentata in anteprima il 16 ottobre a Blue Planet Economy Expoforum, la manifestazione che dal 16 al 18 ottobre a Fiera Roma accende i riflettori su ambiente, sviluppo e innovazione nel maxi comparto produttivo che è l’economia blu, con un focus particolare sul ruolo strategico delle comunità locali e delle piccole e medie imprese nel promuovere pratiche sostenibili e innovative.
L’Italia si conferma una delle maggiori potenze marittime in Europa, accanto a Germania, Francia e Spagna. I dati più recenti (XII Rapporto sull’economia del mare, Unioncamere 2024) mostrano che l’economia del mare contribuisce al 10,2% del Pil nazionale, generando un valore di oltre 178 miliardi di euro, con più di un milione di lavoratori e circa 228 mila imprese attive. Per consentire una crescita sostenibile dell’economia blu, è cruciale preservare gli ecosistemi marini e costieri. Tuttavia, molte aziende a livello globale non sono ancora consapevoli delle pressioni dirette e indirette che esercitano su tali ecosistemi, né dei rischi che ne derivano per il loro business a causa del degrado dell’oceano.
Solo una piccola percentuale di imprese sta realmente sfruttando il potenziale offerto dall’economia blu per creare valore. One Ocean Foundation, organizzazione no-profit dedicata alla tutela degli ecosistemi marini e dell’oceano, riconosciuta a livello internazionale come piattaforma leader per lo sviluppo sostenibile, ha svolto un’analisi su circa 2500 aziende globali, che rappresentano oltre il 70% del Pil mondiale.
Lo studio rivela che solo il 15% delle aziende prese a campione a livello globale e il 33% a livello europeo vede l’economia blu come un motore per innovazione, mitigazione delle pressioni ambientali e lo sviluppo di soluzioni basate sulla natura. La ricerca, effettuata con l’utilizzo di tecniche innovative come l’elaborazione del linguaggio naturale (Nlp) e l’intelligenza artificiale generativa (GenAI), evidenzia che i settori più attivi includono quelli di energia marina, pesca e acquacoltura sostenibile.
Eppure le opportunità sono ingenti: dall’ecoturismo costiero alla produzione di blu food, fino all’energia eolica offshore, le imprese che adottano pratiche sostenibili possono ridurre costi, migliorare l’efficienza, creare nuove fonti di reddito e rafforzare la loro reputazione. “L’economia blu – spiega Jan Pachner, segretario generale di One Ocean Foundation, che presenterà la ricerca – non è quindi solo una questione ambientale, ma un’opportunità strategica che le aziende italiane devono cogliere per garantire un futuro prospero e sostenibile. La sfida è ora quella di accelerare l’adozione di pratiche che tutelino l’oceano, contribuendo al contempo alla crescita economica del Paese”.
Accanto all’area espositiva dove istituzioni, enti di ricerca e aziende portano in mostra l’innovazione e l’eccellenza nel settore, la manifestazione propone un articolato programma di conferenze, workshop e appuntamenti di approfondimento. Dopo l’apertura inaugurale, il primo giorno – mercoledì 16 ottobre – prevede, a cura della sezione Energia di Unindustria, il focus ‘Decarbonizzare: modelli a confronto nella Blue Economy – II edizione’, con testimonianze e progetti di sostenibilità sui temi dell’energia e dell’economia del mare; un approfondimento, organizzato dall’Associazione MAR, sulla Lazio Blue Route, per esplorare nuovi scenari per la valorizzazione del patrimonio marittimo italiano all’insegna di un turismo sostenibile. Alle 16 Ocean One Foundation approfondisce il tema di come generare valore per le aziende proteggendo l’oceano, con un focus su blue food, energia eolica offshore e turismo marittimo sostenibile.
Giovedì 17 ottobre sono centrali l’appuntamento, a cura dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale – Ogs, dedicato al Marmed, la figura del maritime cluster manager sempre più motore della blue economy nel Mediterraneo e oggetto di progetti di formazione professionale altamente qualificata e i due panel dedicati alla dissalazione, organizzati da Westmed Initiative e Aidara. Il primo propone un focus sulla circolarità del ciclo della dissalazione, quale soluzione sostenibile nella lotta alla crisi idrica e nell’approvvigionamento di materiali critici; il secondo approfondisce la partnership Italia-Marocco nel settore della dissalazione e del riuso delle acque depurate.
Il terzo e ultimo giorno, venerdì 18 ottobre, sono protagoniste le biotecnologie blu e le loro enormi potenzialità, con un approfondimento a cura di Enea, e la finanza blu cui sono dedicati due appuntamenti, a cura di LazioInnova. Nel primo, si esplorano gli strumenti finanziari diretti e indiretti per promuovere un’economia sostenibile e proteggere gli ecosistemi marini; nel secondo i principali attori della finanza si confrontano sui temi della blue economy.
In tutti e tre i giorni la formazione è protagonista con il format Business to Students, un programma di incontri per mettere in collegamento diretto studenti e aziende. Particolarmente strategico è anche il programma di networking internazionale, che offre agli espositori l’opportunità di consolidare la loro presenza nei mercati del Mediterraneo e dell’Africa Settentrionale. Chiude la manifestazione la cerimonia di premiazione del ‘Blue Ambassador Award 2024’. Il premio, a cura dell’associazione MAR, in collaborazione con la Fondazione Xcellence – Servizi alle Imprese ed Enea, tributa un riconoscimento all’impegno di manager, ricercatori, operatori del terzo settore e studenti, che si sono distinti per progetti e studi innovativi nel campo della Blue Economy. Blue Planet Economy Expoforum si svolge in concomitanza con Zeroemission Mediterranean 2024, manifestazione internazionale per la transizione energetica.