CITTA’ DEL VATICANO (ITALPRESS) – Dalla pandemia il mondo deve uscire diverso da prima, con meno ingiustizie sociali, e il vaccino universale e davvero per tutti sarà il primo banco di prova. Papa Francesco nell’Udienza Generale di oggi torna a parlare delle conseguenze sociali ed economiche del Coronavirus.
“Tutti siamo preoccupati. Molti vogliono tornare alla normalità e riprendere le attività economiche – afferma il Pontefice -. Certo, ma questa “normalità” non dovrebbe comprendere le ingiustizie sociali e il degrado dell’ambiente. La pandemia è una crisi e da una crisi non si esce uguali: o usciamo migliori o usciamo peggiori. Noi dovremmo uscire migliori, per migliorare le ingiustizie sociali e il degrado ambientale. Oggi abbiamo un’occasione per costruire qualcosa di diverso. Per esempio, possiamo far crescere un’economia di sviluppo integrale dei poveri e non di assistenzialismo”.
Francesco chiarisce che con questo non vuole condannare l’assistenza, “le opere di assistenza sono importanti” e il “volontariato è una delle strutture più belle che ha la Chiesa italiana”, ma “dobbiamo andare oltre e risolvere i problemi che ci spingono a fare assistenza – aggiunge -. Un’economia che non ricorra a rimedi che in realtà avvelenano la società, come i rendimenti dissociati dalla creazione di posti di lavoro dignitosi”.
Quindi “sarebbe triste se nel vaccino per il Covid-19 si desse la priorità ai più ricchi! Sarebbe triste se questo vaccino diventasse proprietà di questa o quella Nazione e non sia universale e per tutti – ammonisce il Pontefice -. E che scandalo sarebbe se tutta l’assistenza economica che stiamo osservando – la maggior parte con denaro pubblico – si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato”.
(ITALPRESS).
“Tutti siamo preoccupati. Molti vogliono tornare alla normalità e riprendere le attività economiche – afferma il Pontefice -. Certo, ma questa “normalità” non dovrebbe comprendere le ingiustizie sociali e il degrado dell’ambiente. La pandemia è una crisi e da una crisi non si esce uguali: o usciamo migliori o usciamo peggiori. Noi dovremmo uscire migliori, per migliorare le ingiustizie sociali e il degrado ambientale. Oggi abbiamo un’occasione per costruire qualcosa di diverso. Per esempio, possiamo far crescere un’economia di sviluppo integrale dei poveri e non di assistenzialismo”.
Francesco chiarisce che con questo non vuole condannare l’assistenza, “le opere di assistenza sono importanti” e il “volontariato è una delle strutture più belle che ha la Chiesa italiana”, ma “dobbiamo andare oltre e risolvere i problemi che ci spingono a fare assistenza – aggiunge -. Un’economia che non ricorra a rimedi che in realtà avvelenano la società, come i rendimenti dissociati dalla creazione di posti di lavoro dignitosi”.
Quindi “sarebbe triste se nel vaccino per il Covid-19 si desse la priorità ai più ricchi! Sarebbe triste se questo vaccino diventasse proprietà di questa o quella Nazione e non sia universale e per tutti – ammonisce il Pontefice -. E che scandalo sarebbe se tutta l’assistenza economica che stiamo osservando – la maggior parte con denaro pubblico – si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato”.
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