Israele, Usa inviano F-16. Da Hamas nuovo no per rilascio ostaggi

(Adnkronos) – Mentre in Medio Oriente sono arrivati F-16 americani di base in Germania, da Hamas è arrivato un nuovo a un accordo sul rilascio degli ostaggi. La conferma dell’arrivo degli F-16 dell’Aeronautica militare Usa della 480esima squadriglia di caccia, di base presso la base aerea di Spangdahlem, è arrivata dal Comando centrale Usa (Centcom).  

 

“Ci sono molte persone innocenti che vengono uccise e questo deve finire”, ha detto il presidente americano Joe Biden parlando della situazione nella Striscia di Gaza durante il discorso con le scuse per i collegi gestiti dal governo americano dove per 150 anni i bambini nativi americani sono stati costretti a rinnegare la propria lingua e cultura per una forzata assimilazione alla cultura dei bianchi. Il discorso, riferisce la Cnn, è stato interrotto da due manifestanti a sostegno dei palestinesi.  

Mentre Biden parlava un manifestante è stato portato via. Un altro è riuscito a srotolare una bandiera palestinese e a gridare: “E le persone a Gaza? Le persone in Palestina?”. Altre contestazioni non sono mancante tra la folla.  

 

Sul fronte cessate il fuoco e ostaggi, Hamas ha respinto una nuova proposta: deporre le armi e liberare gli ostaggi in cambio di un passaggio sicuro verso un altro Paese. Questa, secondo il Wall Street Journal che cita mediatori arabi, era la proposta che il capo del Mossad, David Barnea. L’offerta è arrivata durante un incontro della scorsa settimana tra Barnea e i mediatori egiziani. Per Khalil al-Hayya, negoziatore per Hamas, la proposta dimostra come Israele stia ancora fraintendendo il gruppo, hanno riferito i mediatori. E al-Hayya ha minacciato che Hamas potrebbe continuare a combattere per mesi, se non anni. 

 

Questo è “uno dei momenti più bui del conflitto a Gaza”, ha detto l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, in una dichiarazione video diffusa su X in cui denuncia come “i militari israeliani stiano sottoponendo un’intera popolazione a bombardamenti, assedio, fame e costringendola a scegliere tra sfollamenti di massa o restare intrappolata in una zona di conflitto”. 

“In modo inimmaginabile, la situazione nel nord di Gaza peggiora di giorno in giorno – ha aggiunto – Le politiche e le pratiche del governo israeliano rischiano di svuotare la zona di tutti i palestinesi. Siamo di fronte a quelli che potrebbero essere crimini atroci, anche potenzialmente fino a crimini contro l’umanità”. 

 

Dal canto suo il segretario di Stato americano Antony Blinken, durante un incontro con il primo ministro libanese Najib Mikati a Londra, ha dichiarato che “l’incolumità e la sicurezza” del personale delle Forze dell’Onu in Libano “sono essenziali”.  

Il segretario di Stato ha sottolineato l’impegno degli Stati Uniti per una risoluzione diplomatica del conflitto in Libano che dia piena attuazione alla Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e consenta agli israeliani e ai libanesi sfollati di tornare alle loro case su entrambi i lati della Linea Blu, si legge in una nota del Dipartimento di Stato. 

Ha sottolineato il sostegno degli Stati Uniti al governo libanese e alle sue istituzioni sovrane, comprese le Forze armate libanesi, nonché al popolo libanese. Il Segretario ha ribadito la sua preoccupazione per la perdita di vite umane e le sofferenze dei civili e ha riaffermato l’impegno degli Stati Uniti ad assistere tutte le popolazioni vulnerabili, ricordando i 157 milioni di dollari in assistenza umanitaria annunciati di recente dagli Stati Uniti. Ha sottolineato poi che l’Iran e Hezbollah non devono ostacolare la sicurezza e la stabilità del Libano. 

 

Nel frattempo i militari israeliani affermano che è “sotto esame” l’operazione in cui tre giornalisti sono rimasti uccisi nel sud del Libano. “Dopo informazioni d’intelligence, le Idf hanno colpito una struttura militare di Hezbollah a Hasbaya – affermano in una dichiarazione inviata all’Afp – L’operazione è stata effettuata mentre i terroristi si trovavano all’interno della struttura”. “Ore dopo sono arrivate segnalazioni di giornalisti colpiti durante il raid – aggiungono – L’incidente è in fase di revisione”. 

 

Donald Trump intanto ha manifestato il suo sostegno per l’offensiva israeliana contro Hamas e Hezbollah in un recente colloquio telefonico con Benjamin Netanyahu. “Fai quello che devi fare”, ha detto in un contatto avuto questo mese il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti al premier israeliano, secondo sei persone a conoscenza della conversazione che hanno parlato con il Washington Post. La notizia arriva dopo che Trump ha affermato di aver parlato almeno due volte con Netanyahu a ottobre. 

 

(Adnkronos)