ROMA (ITALPRESS) – “Senza voler essere dietrologi viene naturale chiedersi a chi conviene lo smart working?”. Lo dice Francesco Prudenzano, Segretario Generale di Confintesa, in merito al prolungamento del lavoro agile sia nel settore pubblico che in quello privato.
“A lungo andare – continua Prudenzano – questa tipologia di lavoro rischia di diventare strutturale e non più legata all’emergenza sanitaria e si tradurrebbe in un risparmio di risorse finanziarie e logistiche per i datori di lavoro che avranno sempre meno spazi aziendali da poter occupare, consumi elettrici minori e altri risparmi legati alla mancata presenza fisica in sede dei dipendenti. Un altro aspetto non meno importante riguarda il rapporto tra lavoratore, impresa e sindacato che rischia di passare da rapporto collettivo a rapporto individuale sia per e con le imprese che con il sindacato. Insomma, leggendo Carlo Marx al contrario che rilevò come la nascita della coscienza di classe fosse dovuta all’aggregazione di spazi comuni di molti lavoratori, oggi il fatto che ogni lavoratore può operare da solo in casa produrrà anzi sta già producendo una disgregazione del concetto collettivo di lavoro a favore di un contratto individuale sempre più gradito alle imprese”.
“Confintesa – conclude Prudenzano – si pone questo quesito e ritiene che i risparmi aziendali legati allo smart working debbano essere condivisi anche con i lavoratori e che, soprattutto, i lavoratori prendano coscienza che le tecnologie che permettono questa forma di lavoro possano e debbano essere utilizzate anche per mantenere diritti sindacali, la possibilità di socializzare con altri colleghi e, per esempio, il diritto di poter svolgere assemblee sindacali telematiche. Se non iniziamo a ragionare in questi termini, le conquiste sociali e sindacali degli ultimi cinquant’anni, che già in parte si stanno perdendo, andranno del tutto vanificate”.
(ITALPRESS).
“A lungo andare – continua Prudenzano – questa tipologia di lavoro rischia di diventare strutturale e non più legata all’emergenza sanitaria e si tradurrebbe in un risparmio di risorse finanziarie e logistiche per i datori di lavoro che avranno sempre meno spazi aziendali da poter occupare, consumi elettrici minori e altri risparmi legati alla mancata presenza fisica in sede dei dipendenti. Un altro aspetto non meno importante riguarda il rapporto tra lavoratore, impresa e sindacato che rischia di passare da rapporto collettivo a rapporto individuale sia per e con le imprese che con il sindacato. Insomma, leggendo Carlo Marx al contrario che rilevò come la nascita della coscienza di classe fosse dovuta all’aggregazione di spazi comuni di molti lavoratori, oggi il fatto che ogni lavoratore può operare da solo in casa produrrà anzi sta già producendo una disgregazione del concetto collettivo di lavoro a favore di un contratto individuale sempre più gradito alle imprese”.
“Confintesa – conclude Prudenzano – si pone questo quesito e ritiene che i risparmi aziendali legati allo smart working debbano essere condivisi anche con i lavoratori e che, soprattutto, i lavoratori prendano coscienza che le tecnologie che permettono questa forma di lavoro possano e debbano essere utilizzate anche per mantenere diritti sindacali, la possibilità di socializzare con altri colleghi e, per esempio, il diritto di poter svolgere assemblee sindacali telematiche. Se non iniziamo a ragionare in questi termini, le conquiste sociali e sindacali degli ultimi cinquant’anni, che già in parte si stanno perdendo, andranno del tutto vanificate”.
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