ROMA (ITALPRESS) – “Un settore così importante poteva e doveva essere una parte centrale del Pnrr, che ha come obiettivo quello di ammodernare il Paese ma anche sfruttare le risorse per ripartire e rimettere in sesto la nostra economia. Ci sembrava giusto ripartire da quei settori che sono trainanti, come l’automotive”. Così Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, in un’intervista al direttore dell’agenzia Italpress, Gaspare Borsellino.
“Nella realtà – ha continuato – questo non è avvenuto. Ci sono dei fondi destinati all’automotive, per esempio i 750 milioni definiti per la creazione di impianti di ricarica fast charge e non, ci sono anche miliardi indirizzati al ricambio del parco circolante ma parliamo di trasporto di persone, specificatamente degli autobus o al rinnovo per alcuni mezzi pesanti. Non c’è molto altro – ha aggiunto – e noi speravamo di potere avere invece incentivi, per esempio, per il ricambio del parco circolante delle auto in una visione sostenibile, magari sulla scorta del successo che avevano ottenuto le campagne di incentivazione in corso”.
Crisci ha ricordato che “il mondo dell’automotive in Italia rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia, della fiscalità italiana, dell’occupazione”. Per esempio, “sono impiegati 1,25 milioni di addetti, se partiamo dalla produzione e percorriamo tutta la filiera commerciale”. Questo mondo “dal punto di vista fiscale pesa circa 80 miliardi all’anno per quanto riguarda le casse delle Stato”.
La transizione ecologica è oggi fondamentale. “In Italia – ha spiegato Crisci – circolano quasi 40 milioni di autoveicoli, di questi 11 milioni sono ante Euro 4. Gli incentivi messi in atto dal precedente governo nel periodo più drammatico della pandemia, così come quelli approvati nella legge di bilancio – ha continuato -, hanno dimostrato di essere in grado di portare un ricambio di parco circolante su centinaia di migliaia di vetture rottamate, di essere in grado di tenere in piedi un settore e di riuscire ad avere un impatto ambientale. Tutto questo non c’è stato nel Pnrr e l’auspicio è che ci sia una grande attenzione al rifinanziamento di questi fondi da subito”.
Il presidente dell’Unrae, che è anche presidente a Ad di Volvo Car Italia, ha illustrato alcune richieste avanzate dall’associazione. “Dal punto di vista fiscale chiediamo che ci sia grande attenzione al mondo delle aziende”, ha evidenziato. Tra le richieste, anche “un adeguamento nelle auto aziendali per quanto riguarda la deducibilità dei costi e la detrazione dell’Iva”. “Oggi l’Italia – ha spiegato – continua a rimanere in una situazione di deroga rispetto alle volontà dell’Ue. Continuiamo a poter detrarre solo il 40% dell’Iva a livello aziendale contro il 100% degli altri paesi europei”. Inoltre, “in Italia continuiamo a pagare il bollo sui kilowatt espressi dal motore endotermico” ma poichè “stiamo tutti procedendo verso l’elettrificazione” sarebbe “interessante iniziare a basare il bollo sulle emissioni di CO2”.
L’auspicio è anche l’istituzione di un tavolo dell’automotive. “Pensiamo che gli attori attorno a questa transizione – ha affermato – debbano sedersi intorno a un tavolo. Parliamo dei produttori, della filiera di distribuzione, delle istituzioni, di tutti gli stakeholder perchè è fondamentale gestire questa transizione. Non si può pensare che avvenga dalla sera alla mattina: va gestita da un punto di vista di incentivazione, di sensibilizzazione del pubblico, da un punto di vista fiscale ma soprattutto nei tempi che prima o poi l’Europa ci imporrà”.
(ITALPRESS).
“Nella realtà – ha continuato – questo non è avvenuto. Ci sono dei fondi destinati all’automotive, per esempio i 750 milioni definiti per la creazione di impianti di ricarica fast charge e non, ci sono anche miliardi indirizzati al ricambio del parco circolante ma parliamo di trasporto di persone, specificatamente degli autobus o al rinnovo per alcuni mezzi pesanti. Non c’è molto altro – ha aggiunto – e noi speravamo di potere avere invece incentivi, per esempio, per il ricambio del parco circolante delle auto in una visione sostenibile, magari sulla scorta del successo che avevano ottenuto le campagne di incentivazione in corso”.
Crisci ha ricordato che “il mondo dell’automotive in Italia rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia, della fiscalità italiana, dell’occupazione”. Per esempio, “sono impiegati 1,25 milioni di addetti, se partiamo dalla produzione e percorriamo tutta la filiera commerciale”. Questo mondo “dal punto di vista fiscale pesa circa 80 miliardi all’anno per quanto riguarda le casse delle Stato”.
La transizione ecologica è oggi fondamentale. “In Italia – ha spiegato Crisci – circolano quasi 40 milioni di autoveicoli, di questi 11 milioni sono ante Euro 4. Gli incentivi messi in atto dal precedente governo nel periodo più drammatico della pandemia, così come quelli approvati nella legge di bilancio – ha continuato -, hanno dimostrato di essere in grado di portare un ricambio di parco circolante su centinaia di migliaia di vetture rottamate, di essere in grado di tenere in piedi un settore e di riuscire ad avere un impatto ambientale. Tutto questo non c’è stato nel Pnrr e l’auspicio è che ci sia una grande attenzione al rifinanziamento di questi fondi da subito”.
Il presidente dell’Unrae, che è anche presidente a Ad di Volvo Car Italia, ha illustrato alcune richieste avanzate dall’associazione. “Dal punto di vista fiscale chiediamo che ci sia grande attenzione al mondo delle aziende”, ha evidenziato. Tra le richieste, anche “un adeguamento nelle auto aziendali per quanto riguarda la deducibilità dei costi e la detrazione dell’Iva”. “Oggi l’Italia – ha spiegato – continua a rimanere in una situazione di deroga rispetto alle volontà dell’Ue. Continuiamo a poter detrarre solo il 40% dell’Iva a livello aziendale contro il 100% degli altri paesi europei”. Inoltre, “in Italia continuiamo a pagare il bollo sui kilowatt espressi dal motore endotermico” ma poichè “stiamo tutti procedendo verso l’elettrificazione” sarebbe “interessante iniziare a basare il bollo sulle emissioni di CO2”.
L’auspicio è anche l’istituzione di un tavolo dell’automotive. “Pensiamo che gli attori attorno a questa transizione – ha affermato – debbano sedersi intorno a un tavolo. Parliamo dei produttori, della filiera di distribuzione, delle istituzioni, di tutti gli stakeholder perchè è fondamentale gestire questa transizione. Non si può pensare che avvenga dalla sera alla mattina: va gestita da un punto di vista di incentivazione, di sensibilizzazione del pubblico, da un punto di vista fiscale ma soprattutto nei tempi che prima o poi l’Europa ci imporrà”.
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