“Un anno fa, durante la prima ondata della pandemia da Covid-19 abbiamo condotto uno studio trasversale su un campione rappresentativo di 2.523 persone maggiorenni per capire i driver principali della volontà o della riluttanza di ricevere la vaccinazione antinfluenzale. Dallo studio è emerso che i soggetti più giovani, meno abbienti dal punto di vista economico e che non hanno mai fatto la vaccinazione antinfluenzale, erano più riluttanti a dichiarare di aver voglia di fare il vaccino”. Lo ha detto Alexander Domnich, dell’Uo di Igiene dell’ospedale Policlinico San Martino Irccs di Genova durante la presentazione di “Termometro Influenza”, l’osservatorio permanente condotto da Swg con il supporto di Seqirus, nato con l’obiettivo di fare chiarezza e promuovere le campagne di immunizzazione, presentato oggi alla stampa nel corso del press briefing al quale sono intervenuti anche Riccardo Grassi, Direttore Ricerca Swg e Maura Cambiaggi, General Manager Seqirus Italia.
Secondo Domnich, le ragioni alla base di questa riluttanza di essere immunizzati contro l’influenza stagionale sono varie: “Innanzitutto – sostiene – il vaccino antinfluenzale è raccomandato agli anziani over 60, alle persone più giovani ma a rischio perché affette da determinate patologie. Inoltre, il soggetto giovane e sano può essere vaccinato contro l’influenza ma, se vuole, deve farlo a sue spese. E nonostante un vaccino costi quanto uno shampoo, il giovane preferirà acquistare quest’ultimo senza problemi piuttosto che pagare per immunizzarsi contro l’influenza stagionale”.
Tuttavia, lo scenario sta cambiando. “A distanza di un anno dalla prima indagine trasversale (maggio 2020) – ha ricordato Domnich – abbiamo svolto un secondo studio, questa volta longitudinale, sullo stesso campione rappresentativo, dal quale abbiamo rilevato che per quanto riguarda la vaccinazione antinfluenzale nella popolazione italiana nella stagione 2020-2021, la copertura vaccinale antinfluenzale negli over65 più elevata, pari al 91,7% (l’obiettivo ottimale è il 95%), è stata raggiunta in Sicilia, dove è obbligatoria per alcune categorie di soggetti. Ma più in generale, raffrontando il dato relativo alle persone che hanno dichiarato di ricevere la vaccinazione nella stagione scorsa, con quello di coloro che si sono detti interessati alla prossima (2021-2022) che inizierà ai primi di ottobre, abbiamo notato un incremento relativo del 10 per cento, un dato molto importante. Lo stesso incremento è stato rilevato in tutte le fasce di età, a partire dai 35 anni”.
Dunque, la fiducia nei vaccini è aumentata significativamente. “La pandemia ha avuto sicuramente un ruolo in questo –conferma Domnich – . Dall’indagine, non a caso, si evince un atteggiamento positivo nei confronti della vaccinazione antinfluenzale o per il Covid-19 che è stata associata ad una maggiore propensione a vaccinarsi contro l’influenza nella stagione 2021-2022. Inoltre, la maggior parte dei soggetti (69%) preferirebbe ricevere la vaccinazione antinfluenzale e Covid-19 nello stesso momento o ricevere un vaccino combinato. Inoltre, i vaccini antinfluenzali personalizzati sono stati associati ad una propensione di oltre 2 volte maggiore a vaccinarsi nella prossima stagione”.