Covid e Olimpiadi, Mornati: “Con questi protocolli nessuno a Pechino 2022”

“I Giochi di Pechino 2022? E’ complicato, la Cina è chiusa non solo per noi ma per tutti. Sarà molto difficile fare quello che abbiamo potuto fare in Giappone. Non ci sono voli, c’è la quarantena per andare e al ritorno. Le due federazioni dello sci e del ghiaccio dovrebbero andare per fare i Test event a due mesi dai Giochi. Lo Sci non vorrebbe andare ad oggi. Se si deve fare la coppa del mondo nessuno può andare. Se non cambiano regole di ingaggio, con questo protocollo non va nessuno”. Lo ha detto il capo missione dell’Italia Team a Tokyo e segretario generale del Coni, Carlo Mornati, in conferenza stampa a Casa Italia parlando delle Olimpiadi invernali del 2022 a Pechino. 

“Quanto è stato difficile organizzare la preparazione olimpica con la riforma dello sport in ballo? olto ma ci siamo riusciti. Speriamo che con i nuovo decreti si possa lavorare in maniera più facile”, ha aggiunto Mornati, sottolineando che “è stata una scommessa vinta dal punto di vista organizzativo oltre alle medaglie conquistate, ma è stata molto difficile con la riforma dello sport degli ultimi due anni. In termini di energie mentali e fisiche è stato molto difficile”.  

Mornati ha spiegato il grande lavoro che è stato fatto per mettere nelle migliori condizioni gli atleti per i Giochi di Tokyo 2020. “Con estrema soddisfazione posso dire che dietro ogni medaglia, o ogni atleta, c’è una piccolissima particella di Coni direttamente o indirettamente”. “Abbiamo lavorato 5 anni con le federazioni. Le performance sono fatte di millesimi, millimetri. Se penso al 470 Nacra 17 la caratterizzazione dei foil sono state fatte con l’Istituto, le due medaglie della marcia hanno fatto un progetto congiunto Coni-Fidal pilota per l’acclimatamento. Jacobs è venuto a Roma per stare all’Istituto, usare la strumentazione del Paolo Rosi”, ha aggiunto Mornati, sottolineando che “grazie a Dio lo sport è molto onesto, o si vince o si perde e i risultati si vedono”. 

Un ringraziamento poi al presidente del Coni. “Malagò ci ha dato carta bianca nel ripensare un modello nel 2014, portando i centri del Coni sotto la supervisione della preparazione olimpica. Siamo partiti da un profondo processo di riflessione, puntando tutto sulla preparazione olimpica, tra centro di preparazione e Istituto di medicina sportiva, veri e propri asset: ma il modello doveva essere portato a compimento qui a Tokyo. E’ stato un banco di prova molto importante, e come modello operativo-gestionale funziona. Un metodo d’approccio che è bello vederlo realizzato anche per chi non ha vinto. Il nostro obbiettivo è la trasversalità. Parlare di marginal game è normalità per hgli anglosassoni ma noi abbiamo lavorato orizzontalmente invece che verticalmente”.  

 

 

 

 

 

(Adnkronos)