Covid, Sileri: “Contagi in salita, ma non è uno tsunami”

“I contagi da Covid stanno risalendo, ma non in maniera importante come in altri Paesi europei: in Francia ci sono 4 volte i nostri casi”. Lo ha detto a Sky TG24 il sottosegretario di Stato alla Salute, Pierpaolo Sileri, ospite di Timeline, spiegando che ” è difficile poter dire come andrà. Dipenderà dai contagi che quando avvengono nei giovani, non diventano terapie intensive e ricoveri non portano in giallo”. 

Sileri spiega che “qualche vaccinato prenderà comunque il virus, ma non andrà in ospedale. Quindi quelle soglie difficilmente verranno raggiunte. Aspettiamo le prossime settimane, soprattutto la fine di settembre, dove da noi arriveranno temperature più fredde. Quella di oggi è un’ondata che interessa chi non è vaccinato e chi è in attesa della seconda dose. Non è uno tsunami, ma è un’ondata”. 

Al momento, ha affermato Sileri, la situazione dell’epidemia in Italia non è preoccupante. “C’è una nuova cosa – ha spiegato -, i nostri contagi stanno salendo ma non in maniera drammatica com’è accaduto in paesi nord europei. La variante delta sembra in qualche modo autolimitante, anche in Gran Bretagna sono arrivati a 60mila contagi e poi sono calati. Andando avanti con la vaccinazione il virus troverà sempre meno spazio, è possibile che le soglie per ‘cambiare colore’ vengano raggiunte ma non è certo, vedremo cosa succederà in autunno”.  

SU SCUOLA SI TROVERÀ SOLUZIONE, PUNTARE SU TEST 

Rispondendo ad una domanda sul rifiuto dei sindacati di firmare il protocollo per la scuola, il sottosegretario si dice “non preoccupato, alla fine verrà definito il protocollo, credo che una soluzione verrà trovata. Credo che molta importanza debba essere data allo screening e ai test rapidi, soprattutto salivari”. Per quanto riguarda il vaccino ai bambini Sileri ha affermato che per il momento è prematuro parlarne. “Il mio orientamento è tecnico, ad oggi non c’è un vaccino approvato sotto i 12 anni e quindi è inutile parlarne. Semmai dovesse arrivare è chiaro che ne parleremo. Nei più giovani il virus non determina grossi problemi anche se qualche problema lo ha determinato, ci sono stati anche bambini deceduti con altre patologie, per ora li proteggiamo vaccinandoci noi, poi li proteggeremo vaccinandoli quando sarà possibile”. 

LOCKDOWN? DOVREBBE ARRIVARE NUOVO VIRUS 

“Se raggiungiamo una quota alta di vaccinati alta, come l’85%, è chiaro che la popolazione sarà protetta. Nei giovani il virus circola meno, soprattutto sopra i 12 anni dove utilizzeremo il vaccino. Non vedo perché si debba pensare a nuovi Lockdown. Dovrebbe arrivare un nuovo virus e ricominciare tutto da capo, ma è molto difficile”. 

CONVINCERE OVER 50, A RISCHIO SONO LORO 

“Noi abbiamo diversi milioni di over 50 non vaccinati: sono loro a essere a rischio. Prima dell’obbligo spingerei queste persone, per convincerle alla vaccinazione. Non serve un obbligo per il momento”. “Sulla terza dose spero in una risposta e durante l’autunno si penserà ai pazienti molto fragili. Io ho scritto già nel giugno, e ho reiterato il mio sollecito, spero che avvenga il prima possibile. La terza dose deve diventare una realtà, non da oggi ma sicuramente dall’autunno per i pazienti molto fragili, ad esempio chi è in chemioterapia, chi ha avuto trapianti, i soggetti molto anziani, per loro un rinforzo con la terza dose sarà necessario”. “Noi abbiamo diversi milioni di over 50 non vaccinati, e sono loro prevalentemente a rischio – ha spiegato -, prima di pensare ad un obbligo in questa fascia, che io metterei sopra i 40, spingerei per rintracciarli, comunicare con loro e convincerli”. 

(Adnkronos)