“La presa di potere da parte dei talebani appare completa e, nel prevedibile futuro, senza alternative. Bisogna quindi tenerne conto e dedicare ogni nostra energia nell’evitare vendette e spargimenti di sangue, proteggendo, per quanto è possibile, almeno i diritti elementari di tutti i cittadini afghani. Non credo che, nonostante le dichiarazioni riassicuranti, quest’obiettivo sia una priorità degli attuali governanti del martoriato Paese”. Lo scrive Romano Prodi su Il Messaggero.
“Solo una forte pressione internazionale, fondata su un comune interesse per una stabilizzazione dell’Afghanistan, può in qualche modo evitarne le più drammatiche conseguenze (…) Il dialogo con i talebani è quindi un passo obbligato ed è perciò positivo lo sforzo che sta facendo Draghi per metterlo nell’agenda di una riunione straordinaria dei G20, dove Cina e Russia siedono insieme agli Stati Uniti, ai Paesi europei, all’India, alla Turchia e all’Arabia Saudita”.
“Una sede in cui, anche se non è il luogo ideale per prendere decisioni concrete, si può iniziare la ricerca di un compromesso fra tutti coloro che, per diverse ragioni, hanno interesse a non creare ulteriori tensioni in un’area così politicamente delicata. È infatti più facile iniziare un dialogo in questa sede così ampia che non in incontri diretti fra Paesi divisi da forti e crescenti contrasti”. Conclude Prodi: “Fallita l’opzione bellica ci resta infatti solo la via del dialogo, anche con paesi e organizzazioni politiche così lontane dalla nostra tradizione”.