ROMA (ITALPRESS) – «Non c’è accoglienza senza integrazione. Per far sì che questo avvenga l’accoglienza deve essere diffusa». Lo dice, in un’intervista a Repubblica, Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari, a proposito della situazione in Afghanistan.
L’Anci “ha da subito proposto una collaborazione ai ministeri dell’Interno e della Difesa per assicurare il supporto dei Comuni alle operazioni di accoglienza delle famiglie afghane, che in questo momento sono gestite a livello nazionale. Abbiamo una rete di strutture, nell’ambito del progetto Sprar, oggi Sai, con alcuni posti che sono destinati, per la legge 141 del 2014, proprio ai cittadini afghani, che può essere estesa e rimodulata secondo le necessità. Abbiamo chiesto di essere coinvolti nella gestione per attuare un sistema di accoglienza diffusa sul territorio nazionale, evitando concentrazioni in poche zone così da non creare tensioni sociali sui territori e favorire l’integrazione». Per Decaro “occorre gestire la collocazione delle persone in maniera ragionata e dando la possibilità ai territori di integrare queste persone. Il nostro è un paese capace di grandi slanci di solidarietà ma occorre dare ai cittadini e alle istituzioni territoriali la possibilità di accogliere davvero queste persone, non soltanto con spirito caritatevole, ma anche offrendo servizi e opportunità. In questo modo avere la possibilità non solo di accogliere ma anche di accompagnare le comunità locali in un percorso di conoscenza e integrazione. Questa è la sfida che abbiamo davanti, nessuno pensa che sarà facile, ma abbiamo gli strumenti per gestirla insieme».
(ITALPRESS).
L’Anci “ha da subito proposto una collaborazione ai ministeri dell’Interno e della Difesa per assicurare il supporto dei Comuni alle operazioni di accoglienza delle famiglie afghane, che in questo momento sono gestite a livello nazionale. Abbiamo una rete di strutture, nell’ambito del progetto Sprar, oggi Sai, con alcuni posti che sono destinati, per la legge 141 del 2014, proprio ai cittadini afghani, che può essere estesa e rimodulata secondo le necessità. Abbiamo chiesto di essere coinvolti nella gestione per attuare un sistema di accoglienza diffusa sul territorio nazionale, evitando concentrazioni in poche zone così da non creare tensioni sociali sui territori e favorire l’integrazione». Per Decaro “occorre gestire la collocazione delle persone in maniera ragionata e dando la possibilità ai territori di integrare queste persone. Il nostro è un paese capace di grandi slanci di solidarietà ma occorre dare ai cittadini e alle istituzioni territoriali la possibilità di accogliere davvero queste persone, non soltanto con spirito caritatevole, ma anche offrendo servizi e opportunità. In questo modo avere la possibilità non solo di accogliere ma anche di accompagnare le comunità locali in un percorso di conoscenza e integrazione. Questa è la sfida che abbiamo davanti, nessuno pensa che sarà facile, ma abbiamo gli strumenti per gestirla insieme».
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