Da sabato la mostra di Vasco Corradelli alla Casa del Mantegna

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Mantova  La Casa del Mantegna di via Acerbi a Mantova propone dal 14 settembre al 13 ottobre 2019 un importante e completo percorso attraverso le opere di Vasco Corradelli, artista di San Benedetto Po, “pittore fra i più veri e fertili del secondo dopoguerra mantovano”, come lo definisce il curatore della mostra Gianfranco Ferlisi.

Il percorso espositivo si snoda nelle quattro stagioni dell’opera creativa di Corradelli, in una felice e inaspettata incursione nelle vicende e nell’evoluzione artistica di questo pittore mantovano. Si parte da Roma, dove il giovanissimo artista studia all’Accademia di Belle Arti, frequentando “la meglio gioventù” e sperimentando, in una sorta di iniziale realismo del quotidiano, una materia pittorica densa e tormentata. Le sue esperienze giovanili sono interrotte dalla chiamata alle armi e da dodici lunghi anni di trasferte militari finché, nel tardo 1944, si ritrova, finalmente libero, ancora a Roma, a riprendere l’attività pittorica. È il periodo in cui, nelle opere di Corradelli, la semplicità e l’armonia della tradizione classica appaiono reinventate, come in una risposta alle difficoltà dei tempi: luce, colori, penetrazione psicologica, paesaggio prendono vita, la dimensione estetica si associa a quella dell’interiorità e dell’originalità.

Nel 1946 Corradelli torna a San Benedetto, dove ritrova una sorta di cenacolo artistico padano: Antonio Ruggero Giorgi,   Umberto Bellintani, Giovanni Bernardelli, Ermanno Pittigliani,  Giuseppe Gorni e Lanfranco.  Dal quel momento la la vita e la pittura di Corradelli cambiano: l’immagine tende a illudere e alludere, sembra volersi sottrarre alle categorie di più facile comprensibilità, procurando uno smarrimento interpretativo da parte dello spettatore. La sua declinazione artistica resta comunque lontana da ogni tentativo di neo impressionismo: si dedica all’interpretazione della natura e del paesaggio come un’espressione culturale, in cui si trasferisce visivamente una intera comunità, esaltazione della bellezza e della fatica del vivere. Tra pittura e pensiero i soggetti dell’artista cominciano a parlare anche il linguaggio delle inquietudini e del dolore, e Corradelli scopre la possibilità di esprimersi attraverso la dimensione fantastico – onirica, intesse un dialogo con i grandi personaggi della poesia, da Leopardi a Garcia Lorca.

Negli anni ’70 l’opera di Vasco, tecnicamente sempre più maturo, oltrepassava il provincialismo e le secche strapaesane della cultura locale. È in questo speciale sentire che affonda l’iconografia dei suoi Cristi e delle sue Madonne (del 1970 è la Madonna Vergine Maria), con cui Corradelli riesce a varcare le consuetudini del ritratto, come bene si osserva in mostra.

Ed è ormai tempo di un nuovo ciclo di opere, quelle della festa della mietitura di cui, in mostra, si trova una significativa selezione. È un tema antico in cui il pittore può coniugare la materia del frumento, il profilo del paesaggio all’orizzonte e il dialogo dei contadini con la fertilità della terra, come se cercasse di calarsi nella concretezza di una ritualità contadina.

Nell’ultima sezione la materia appare più che mai una pittura intrisa di luce. L’artista sembra ora incantarsi ad ogni colpo di spatola, cercando costantemente di carpire il disegno delle forme, i toni e le trasparenze della luce attraverso gli impasti che raggruma sulla tela: qui non c’è posto per un linguaggio che non sia quello legato alle solide fondamenta figurative. Lo sguardo dell’artista si lascia sedurre, tra cielo, terra, acqua e vita, dall’affiorare dei ricordi.

Tutte le opere in mostra disegnano dunque, finalmente con completezza, il mondo espressivo di un artista a cui la critica ha dedicato finora scarse occasioni espositive: la Casa del Mantegna, coadiuvata da un impegno encomiabile del Comune di San Benedetto, colma ora con questo “Omaggio a Corradelli” un deplorevole quasi – silenzio.

La mostra è aperta da mercoledì a domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19 a ingresso libero