E’ morto questa notte lo scrittore Daniele Del Giudice. Aveva 72 anni ed era malato da tempo. Sabato prossimo avrebbe dovuto ricevere a Venezia il premio Campiello alla carriera. Autore di ‘Atlante Occidentale’, Del Giudice aveva esordito nella narrativa nel 1983 con il romanzo “Lo stadio di Wimbledon”, scoperto da Italo Calvino e pubblicato (come tutti i suoi libri) da Einaudi, conquistando il Premio Viareggio-Rèpaci Opera Prima: una voce narrante, che non ha un nome, è un giovane che ambisce a diventare scrittore e si reca a Trieste sulle tracce di un uomo di cultura di nome Roberto Bazlen, Bobi per gli amici, critico letterario e traduttore, consulente editoriale di varie case editrici, a partire da Einaudi e fondatore di Adelphi con Roberto Calasso e Luciano Foà.
Nato a Roma l’11 luglio 1949, Del Giudice agli esordi aveva lavorato alla redazione del quotidiano “Paese sera” come critico letterario e dopo il debutto come narratore si era imposto per la profondità della sua ricerca esistenziale mossa dal dubbio e dalla curiosità, sempre contrassegnata da un senso di leggerezza. Il suo secondo libro è stato “Atlante occidentale” (1985), che racconta il rapporto tra il fisico Pietro Brahe e lo scrittore Ira Epstein. Nel 1988 Del Giudice ha pubblicato “Nel museo di Reims”, storia di Barnaba e del suo volersi fissare nella memoria le immagini di un museo, prima di diventare cieco. Nel 1994 esce “Staccando l’ombra da terra”, libro che contiene sei racconti dedicati al volo, che vinse il Premio Bagutta. Dal racconto “Unreported inbound Palermo”, contenuto nella raccolta, sono stati tratti l’omonimo spettacolo teatrale di Marco Paolini (con musiche di Giovanna Marini) e il dramma musicale di Alessandro Melchiorre.
Nel 1997 ha pubblicato la raccolta di racconti “Mania”; nel 2001, riprendendo la tematica di “Unreported inbound Palermo” ha scritto insieme a Marco Paolini “I-Tigi, Canto per Ustica”, testo di uno spettacolo teatrale sulla tragedia del Dc9 Itavia precipitato nel 1980. Lo spettacolo, prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri, è andato in scena a Bologna e a Palermo nel 2000 (ventennale della strage) e quindi è stato pubblicato in una confezione con libro e dvd.
Nel 2009 ha pubblicato “Orizzonte mobile”, altro libro composito ma unitario. Più recentemente sono stati raccolti suoi scritti nei due volumi “In questa luce” (saggi e scritti autobiografici, 2013) e “I racconti” (2016). Tra i suoi saggi letterari, spicca l’introduzione alle Opere complete di Primo Levi (1997 e 2016). Nel 2002 gli è stato assegnato il Premio Feltrinelli – Accademia dei Lincei per il complesso della sua opera narrativa.
Lo scorso 27 luglio gli è stato assegnato il Premio Campiello alla carriera con questa motivazione scritta dal presidente della Giuria dei Letterati 2021 Walter Veltroni: “Daniele Del Giudice ha scritto libri emozionanti e colti, ha indagato l’universo dei sentimenti umani e quello, solo apparentemente lontano, della tecnica e della meccanica. E il premio, davvero alla carriera, onora con immenso affetto uno dei massimi protagonisti della vita letteraria, culturale, civile del nostro tempo”. Del Giudice ha ottenuto numerosi riconoscimenti fra i quali il Premio letterario Giovanni Comisso nel 1985, il Premio Bergamo nel 1986 e, per due volte, nel 1994 e 1997, è stato selezionato per il Premio Campiello. I suoi lavori sono stati tradotti in varie lingue. Nel giugno 2014 gli era stato concesso un assegno straordinario vitalizio in base alla Legge Bacchelli.
Del Giudice ha sempre avuto la passione per il volo, quasi un amore, al quale ha dedicato la serie di racconti raccolti in “Staccando l’ombra da terra”, considerato un gioiello della sua produzione.
Lo scrittore amava profondamente Venezia, città in cui abitava da tempo ed ha fatto vivere “Fondamenta”, un’iniziativa di ricerca di cui è stato appassionato promotore. Ideato da Del Giudice nel 1999, con “Fondamenta”, il progetto di “laboratorio permanente” fece di Venezia “la città dei lettori”: José Saramago, Claudio Magris, Predrag Matvejević e Paolo Zellini furono tra gli scrittori e gli intellettuali che fecero parte del comitato scientifico. Non era un premio letterario, neppure un festival, bensì una serie di “comunità di lettori” sparse in varie città: oltre a Venezia, Milano, Torino, Genova, Bologna, Roma, Napoli, Palermo, Parigi, Londra, New York. Il comitato scientifico aveva il compito di scegliere un tema ogni anno e quattro o cinque libri di recente pubblicazione affini al tema, che avrebbero costituito la “Biblioteca di Fondamenta£. Il progetto culturale ebbe luogo negli anni in cui Massimo Cacciari fu sindaco di Venezia.
(di Paolo Martini)