“Se entro il 15 ottobre i miei dipendenti non avranno il green pass” obbligatorio, “li licenzierò. Non ci sono santi e gliel’ho detto”. Antonello Colonna è categorico e, parlando con l’Adnkronos, afferma che “si tratta di un atto civile”, altro che firmare per l’abrogazione del certificato verde.
Da sempre convinto sostenitore del vaccino, lo chef di ‘Resort Colonna’ esclude qualsiasi congettura di controllo su chi presenta la certificazione. “Il mondo è cambiato – dice – e non da oggi: sono anni che i biglietti per andare allo stadio li compri online fornendo i tuoi dati e, se al tornello il ticket non funziona, non entri. Stessa cosa per prendere il treno: c’è nome e cognome sul biglietto e se oggi chiedono anche il green pass fanno bene”.
“Stessa cosa accade da sempre negli hotel – prosegue Colonna – quando ti registrano al check-in. Quando mai qualcuno ha preteso di entrare senza documenti? I miei clienti si sentono tutelati grazie al certificato verde, da noi non ci sono stati problemi di salute e non lo vedo discriminatorio richiederlo. Noi ristoratori – conclude – siamo una sorta di protezione civile e apportiamo un beneficio per la salute pubblica”.