“Il problema non è Giorgetti, che una sua credibilità internazionale se l’era creata da tempo. Il problema è se Salvini vuole sposare una nuova linea o starne fuori. Questa scelta non è ancora avvenuta perché, secondo me, non ha ancora interpretato la parte fino in fondo. Matteo è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. È difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep. E non so che cosa abbia deciso…”. Così il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, intervistato da Bruno Vespa per il libro “Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)” in uscita il 4 novembre da Mondadori Rai Libri.
“Se vuole istituzionalizzarsi in modo definitivo, Salvini -insiste l’esponente dell’esecutivo- deve fare una scelta precisa. Capisco la gratitudine verso la Le Pen, che dieci anni fa lo accolse nel suo Gruppo. Ma l’alleanza con l’Afd non ha una ragione”. Finora la svolta europeista “è un’incompiuta”. Il leader del Carroccio “ha certamente cambiato linguaggio. Ma qualche volta dice alcune cose e ne fa altre. Può fare cose decisive e non le fa”.
Quanto ai rapporti con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia e la concorrenza con la Lega, “i western stanno passando di moda. Secondo me, sono finiti con ‘Balla coi lupi’. Adesso -ribadisce Giorgetti- in America sono molto rivalutati gli indiani nativi”.
E ancora su Salvini: con Matteo “continueremo a lavorare così” e a “mantenere un binario comune finché il treno del governo viaggia veloce, altrimenti rischiamo noi di finire su un binario morto”.