Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze armate. E’ questa la denominazione con la quale viene definito il 4 novembre, anche se, nonostante le celebrazioni ufficiali, è un normale giorno feriale o, usando una terminologia più burocratica, una festività soppressa. Fino al 1976, infatti, il 4 novembre era un giorno festivo a tutti gli effetti, di quelli che sul calendario vengono segnati in rosso.
Poi, l’anno successivo, in pieno clima di austerity, intervenne la legge 54 dell’8 marzo, in base alla quale cessarono “di essere considerati festivi agli effetti civili i seguenti giorni: Epifania; S. Giuseppe; Ascensione; Corpus Domini; SS. Apostoli Pietro e Paolo. A decorrere dal 1977 -si legge ancora all’articolo 1- la celebrazione della Festa nazionale della Repubblica e quella della Festa dell’Unità nazionale hanno luogo, rispettivamente, nella prima domenica di giugno e nella prima domenica di novembre. Cessano pertanto di essere considerati festivi i giorni 2 giugno e 4 novembre”.
Successivamente sono intervenute modifiche, in particolare la legge 336 del 20 novembre 2000 stabilì che “a decorrere dal 2001 la celebrazione della Festa nazionale della Repubblica ha nuovamente luogo il 2 giugno di ciascun anno, che pertanto viene ripristinato come giorno festivo”.
Una decisione, quella di reintrodurre la Festa della Repubblica con la parata militare ai Fori imperiali, frutto anche dell’impegno del Capo dello Stato di allora, Carlo Azeglio Ciampi, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore delle ricorrenze e dei simboli patriottici.
Va anche detto che i Presidenti della Repubblica il 4 novembre di ogni anno hanno comunque continuato a recarsi all’Altare della Patria per rendere omaggio alla tomba del Milite ignoto e con il trascorrere degli anni sono aumentate di numero e intensità le celebrazioni organizzate sempre il 4 novembre, senza aspettare la domenica successiva, pur rimanendo giorno feriale. Da più parti perciò si chiede che, come accaduto per il 2 giugno, anche questa giornata torni festiva a tutti gli effetti.
Per quanto riguarda invece le ricorrenze religiose, il dpr 792 del 28 dicembre 1985, dando attuazione a quanto stabilito in sede di revisione del Concordato, portò al ripristino della festività dell’Epifania, il 6 gennaio, e di quella dei Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, soltanto per il Comune di Roma in quanto festa del Patrono della città. (di Sergio Amici)