MANTOVA – Sono stati inviati più medici e infermieri, è stata chiesta la disponibilità a vaccinare ai medici di famiglia e alcuni hanno risposto positivamente, da domani dovrebbero entrare in servizio, ed è stata mandata una lettera anche ai farmacisti che hanno fatto il corso per diventare “vaccinatori” per chiedere la stessa disponibilità.
L’Asst Mantova sta provando su più fronti per tentare di far diminuire le code al Grana Padano Arena ma finora i risultati non si fanno vedere.
Anche oggi il tempo medio per completare le operazioni di vaccinazione è stato di tre ore. Le proteste sono tante anche per il freddo che si è costretti a subire con un’attesa così lunga. “Ci vacciniamo contro il Covid ma senz’altro ci ammaliamo di qualche cosa d’altro con tutto il freddo che stiamo prendendo” è una delle frasi che si ripetono in continuazione.
La gente anche oggi lamentava il fatto che i troppi non prenotati rallentavano le operazioni. Sui social in tanti chiedono di dividere le file tra chi deve fare la terza dose e gli altri, magari inidviduando una fila ad hoc per le persone più anziane che soffrono ancora di più attese di ore e per giunta al freddo. Finora però di tutto questo all’hub vaccinale de La Favorita nemmeno l’ombra.
Altra lamentela che si ripete è per gli assembramenti che ovviamente fanno paura e che, come testimoniano le fotografie, sono stati una costante fin dalle prime ore della mattinata.
Insomma vaccinarsi al Grana Padano Arena continua a essere un percorso pieno di difficoltà. Negli altri hub vaccinali la situazione è migliore anche se non mancano comunque le code.
I farmacisti non hanno dato la disponibilità ad andare a vaccinare all’hub ed è il presidente provinciale di Federfarma Marco Cavarocchi a spiegare che “è impossibile in queste condizioni. I farmacisti sono alle prese con centinaia di tamponi Covid da fare ogni giorno, al punto che la maggior parte dei farmacisti che inizialmente aveva dato la propria disponibilità per effettuare le vaccinazioni anti-Covid presso le proprie strutture non ha potuto poi concretizzarla perchè non c’è il tempo materiale per poterle fare”.
“Ci vorrebbe più personale ma non si trovano farmacisti e qui sta un altro grande paradosso: servono medici, servono farmacisti e le strutture sono sotto organico ma le facoltà universitarie continuano a rimanere a numero chiuso”.