MANTOVA – Un’anomala cascola delle olive che da alcuni anni affligge gli oliveti lombardi e che ha causato una mancata produzione per impianto compresa tra il 30 e l’80% nelle province di Brescia e Mantova, dove le prime stime indicano danni già superiori al milione di euro. L’argomento è stato discusso in Regione alla presenza dell’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi. A provocare il fenomeno, secondo il Servizio fitosanitario regionale, un complesso fungino che si inserisce su un attacco iniziale del fungo Phoma.
Cia Est Lombardia ha presentato le sue proposte e richieste sul tema. In primo luogo che la Regione informi i Comuni della possibilità di segnalare i danni da cascola da Phoma affinché i Comuni stessi invitino le aziende agricole del loro territorio a segnalare i danni. E poi che nella ricerca sperimentale sui prodotti fitosanitari non venga dimenticato il settore biologico, che venga fatta informazione rivolta ai consumatori sulla problematica della cascola per educarli al consumo consapevole dell’olio e che l’informazione sia mirata anche ad evitare che aziende disoneste acquistino olive o olio da altre parti d’Italia o Europa spacciandolo per prodotto del territorio gardesano delle province di Brescia e Mantova. Questo per maggiore trasparenza e per scongiurare la possibilità di concorrenza sleale. La Regione, che ha dichiarato di non avere problemi ad accogliere le richieste presentate di deroga al Valore della produzione commercializzata prevista nell’Organizzazione comune di mercato nei casi in cui viene provato che la produzione di olive è molto bassa, sta organizzando attività di sperimentazione su prodotti fitosanitari per prevenzione e cura. Prove in questo senso sono in corso tra il Gal dell’AltoGarda e Valsabbia, quello di Iseo e quello ligure delle Valli Savonesi.
La Regione ha anche avviato la procedura per il riconoscimento della cascola da Phoma come calamità naturale, visto che recentemente la normativa ha previsto la possibilità di inserire tra le calamità anche insetti e altri parassiti purché non assicurabili. Quando ce ne saranno le condizioni, le aziende colpite dalla cascola dovranno segnalare il danno per poter accedere a risarcimenti. La Regione prevede di integrare le risorse nazionali con un contributo regionale.