Ucraina, la scacchista Elena Sedina: “Vedo lo stallo, spero concordino la patta, cioè il pareggio”

(Adnkronos) – “Dicono che negli scacchi ogni decisione comporta responsabilità perché la decisione sbagliata potrebbe portare ad un punto di non ritorno. Putin non si comporta come un giocatore di scacchi, perché non guarda tutti i rischi ed il fatto che nessuno avrà benefici, qualunque sia il risultato di questa guerra. Noi scacchisti pensiamo che Putin stia agendo in modo irrazionale, impossibile comprendere il senso delle sue azioni. Noi vediamo solo la distruzione ed il disastro totale”. Elena Sedina, campionessa italiana di scacchi di origine ucraina, è d’accordo sulla necessità di fermare la guerra con il campione del mondo Garry Kasparov ed anche con il recente appello degli scacchisti russi. Ed analizzando in gergo scacchistico le mosse dell’ex funzionario del Kgb in Ucraina all’Adnkronos afferma: “vedo lo ‘stallo’, non si capisce la via di uscita. Io spero che concordino la ‘patta’, cioè il pareggio. Anche se al momento non si vede come, è un sacrificio necessario rispetto alle proprie idee per riuscire a risparmiare un po’ di ‘materiale’. Putin dovrebbe comprendere che quanto accade provoca danni anche al suo popolo”.  

“Se Putin stesse giocando a scacchi, non starebbe facendo una bella partita. Bluffa sul nucleare, ma a scacchi non si può bluffare. Tra l’altro facendo peggio di un giocatore di azzardo, dove il bluff è consentito”. Magari da scacchista sacrifica pezzi per arrivare a fare

scacco matto
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“Qui non c’è scacco matto. Sono sacrifici che non arrivano a niente – risponde la campionessa – Abbiamo visto che i colloqui non portano a nulla, la situazione è del tutto imprevedibile. Uno scontro mondiale sta diventando sempre più reale, è una eventualità a cui dovremmo fare fronte”. Glielo dice la sua esperienza sulla scacchiera? “In un certo senso – risponde la giocatrice – Direi che la situazione potrebbe diventare sempre più ‘tagliente’, cioè dove tutto può succedere se non si riesce a trovare la via di uscita pacifica”.  

Secondo la scacchista di origine ucraina, “a differenza di quanto avrebbe fatto un vero giocatore di scacchi, Putin ha sottovalutato molto la reazione del popolo ucraino. I giocatori di scacchi infatti sanno bene che il vantaggio materiale è molto utile, ma anche che la vittoria non è automatica. I pezzi oltre al valore assoluto possono avere anche un valore relativo, perché a scacchi in determinati momenti della partita il valore di ogni pedina cambia. Se trasliamo tutto ciò sul campo di battaglia – prosegue – il valore relativo dei pezzi potrebbe essere la resistenza ucraina, più scarsa nei numeri ma forte grazie ad altri valori che incidono sul morale, cioè che il popolo ucraino combatte per la libertà. Dunque – rimarca – per i russi la vittoria non è garantita. Questo è un punto su cui concordano tutti i giocatori di scacchi”. Elena Sedina infine guarda al Paese di origine e afferma: “spero che l’Ucraina resista e conquisti la libertà. La chiusura dei cieli sarebbe un buon aiuto”. Non teme potrebbe far degenerare la situazione in uno scontro con la Nato? “Se anche fosse, non credo che così si riesca ad evitare – risponde – L’occidente ha reagito, ma è troppo indietro rispetto a ciò che l’Ucriana e il suo popolo stanno subendo. Le sanzioni avranno effetto fra mesi, ma la gente sta morendo ogni giorno. Io penso sia necessario il coinvolgimento di altri paesi”. 

(di Roberta Lanzara)  

 

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