MANTOVA – Al via i controlli da parte delle Forze dell’Ordine sulle strade mantovane per evitare che ci siano spostamenti in entrata e in uscita del territorio virgiliano ma anche all’interno di questo da parte di persone che non ne abbiano effettiva necessità. La provincia mantovana con il resto della Lombardia e altre 14 province è una di quelle, in base all’ultimo decreto ministeriale, “a contenimento rafforzato”
A comunicarlo è il Prefetto Carolina Bellantoni che questa mattina ha coordinato, in videoconferenza, una riunione di coordinamento delle Forze di Polizia, che fa seguito a quella del Comitato Provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica di ieri.
La riunione è stata finalizzata proprio a concordare le misure di controllo e sorveglianza da attuare in ottemperanza alla direttiva diramata ieri dal Ministro dell’Interno.
Nella riunione, anche con il supporto del Servizio tecnico viabilità della Provincia e della Polizia Stradale, sono stati individuati gli itinerari di maggior flusso e deflusso dalle 8 province confinanti (35 i varchi principali) con quella di Mantova e si è stabilito che le Forze di Polizia effettuino posti di controllo dinamici, per consentire una sorveglianza a largo raggio, in primis sulla rete autostradale ed ai caselli presenti in provincia, ma anche su quella ordinaria.
Analoghi controlli saranno effettuati sulle linee ferroviarie.
Le persone controllate dalle Forze di Polizia dovranno comprovare le ragioni degli spostamenti e potranno essere invitate a compilare una apposita autodichiarazione, fornita dagli stessi organi di controllo, sulla cui veridicità saranno effettuati, a campione, successivi controlli.
Per comprovare debitamente gli spostamenti, le persone in movimento, oltre all’autodichiarazione, potranno anche avvalersi di documenti attestanti l’effettiva sussistenza di esigenze lavorative, anche non indifferibili, a condizione che, naturalmente, l’attività lavorativa o professionale dell’interessato non rientri tra quelle sospese ai sensi delle vigenti disposizioni (ad esempio, le attività didattiche) ovvero di situazioni di necessità o per motivi di salute (ad esempio, sottoposizione a terapie o cure mediche non effettuabili nel comune di residenza o di domicilio).
Il mancato rispetto degli obblighi previsti dal DPCM dell’8.3.2020 può configurare la violazione dell’art. 650 c.p., ferma restando la possibile qualificazione penale dei comportamenti rilevati anche ai sensi dell’art. 452 c.p. (delitti colposi contro la salute pubblica).
Questo reato si potrebbe configurare, ancor più, nell’ipotesi in cui sia violata la raccomandazione, rivolta a coloro che presentano sintomi da infezione respiratoria e rialzo della temperatura maggiore di 37,5 C°, di rimanere in casa e limitare al massimo i contatti sociali.
I servizi delle Forze di Polizia dello Stato – per i quali sarà diramata apposita ordinanza dal Questore – saranno integrati da quelli che le Polizie Locali, che saranno messi in campo nei rispettivi territori urbani.
A tal riguardo, nella giornata odierna sarà diramata una nuova direttiva ai Sindaci, per il coinvolgimento delle Polizie Locali nello svolgimento delle attività di controllo sul rispetto delle ulteriori prescrizioni date dal Decreto dell’8 marzo, quali quelle riguardanti le attività degli esercizi commerciali, bar, ristoranti e strutture per cui è stata stabilita la sospensione di ogni attività (piscine, palestre, ecc.).
“A tutti viene chiesto di tenere il massimo rigore nell’assicurare il rispetto di tutte le prescrizioni previste nel Decreto – recita una nota della Prefettura – nella delicata fase che stiamo vivendo e che deve renderci tutti responsabili ed attenti ai comportamenti corretti da tenere nell’interesse dell’intera comunità”.
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