MANTOVA – Potrebbero superare i 16.600 i giocatori patologici nel territorio dell’Ats Val Padana, di cui la metà si concentrerebbero nel Mantovano. A dirlo è la stessa Ats che, in coerenza con le indicazioni fornite dal Ministero della Salute e con il “Piano di Attività Regionale Lombardo per il Contrasto al Gioco d’Azzardo”, ha approvato la quinta edizione del “Piano Locale per il contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico” (Piano GAP) con l’obiettivo di garantire la prosecuzione dell’erogazione delle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alla comunità ed in modo particolare alle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo (DGA).
In particolare, il Piano GAP persegue quattro obiettivi generali:
- supportare la messa a sistema di policy e azioni locali integrate fra ambito sociosanitario e sociale per la prevenzione ed il contrasto al gioco d’azzardo patologico, con il coinvolgimento attivo degli Enti Locali e del Terzo Settore;
- promuovere l’aumento di conoscenze e di competenze finalizzate a sostenere processi di health literacy (alfabetizzazione sanitaria) nei diversi target;
- potenziare le attività di prevenzione e contrasto al GAP nei setting Scuola, Luoghi di lavoro, Comunità locali;
- ampliare le opportunità di Diagnosi precoce, Cura e Riabilitazione del DGA.
“L’impatto psicologico della pandemia ha determinato, anche sul nostro territorio, un aumento delle situazioni di fragilità emotiva, sociale ed economica – dichiara Laura Rubagotti, Dirigente della Struttura Promozione della Salute e Prevenzione Fattori di Rischio Comportamentali di Ats -. Queste particolari condizioni costituiscono un importante fattore di rischio per i disturbi da gioco d’azzardo patologico e per le dipendenze in generale. Per questo motivo il nuovo Piano GAP, in continuità con le annualità precedenti, prevede un incremento dell’offerta di buone pratiche di prevenzione e contrasto al Gioco d’Azzardo Patologico, basate su evidenze scientifiche, nei contesti “Scuola”, “Luoghi di lavoro” e nelle Comunità locali. Il Piano contempla, inoltre, azioni orientate all’aumento di conoscenze e competenze specifiche, finalizzate a sostenere processi di alfabetizzazione nei diversi target, nonché programmi orientati all’equità e al contrasto delle disuguaglianze di salute. La programmazione prevede la realizzazione, in stretta sinergia con i vari portatori d’interesse, di programmi educativi, informativi e formativi, rivolti alla popolazione generale e a popolazione target, e l’erogazione di interventi di prevenzione selettiva, rivolti a soggetti più vulnerabili”.
“Rafforzare politiche preventive del gioco d’azzardo nei nostri contesti territoriali significa discutere del tema, condividere i dati e le problematiche ad esso connesse, e rafforzare azioni di contrasto alla sua diffusione – afferma Katja Avanzini, Dirigente della Struttura Integrazione delle reti territoriali a sostegno dei programmi nazionali di Ats. Siamo di fronte ad una sfida complessa, determinata dalla duplice necessità di disinnescare i rischi connessi sia al gioco fisico sia (e soprattutto) al gioco virtuale. Il gioco online interessa in particolare le fasce più giovani e, per questo motivo, le azioni del Piano dovranno essere il più possibile integrate e complementari, al fine di rafforzarsi reciprocamente. Lavoreremo in rete con gli enti territoriali per regolare maggiormente la presenza dei luoghi di gioco d’azzardo e sostenere la centralità e il potenziamento del welfare locale”.
“Per la cura del Disturbo da Gioco d’Azzardo risultano fondamentali le azioni finalizzate all’intercettazione precoce – conclude Amelia Anghinoni, Dirigente psicologa della Struttura Salute Mentale e Dipendenze di Ats. Per questo il Piano prevede specifiche attività, informative e formative, rivolte agli operatori dei servizi sociosanitari territoriali, programmate con le Asst e con il Servizio Multidisciplinare Integrato “Il Filo” di Ospitaletto di Marcaria, che vedono il coinvolgimento anche dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta. Inoltre, si prospetta l’attivazione di nuovi punti di ascolto diffusi, in particolare presso le Case di Comunità. Verranno, inoltre, potenziati i servizi di cura, garantendo, innanzitutto la continuità dell’operatività del personale dedicato e formato, con l’obiettivo di rafforzare la diagnosi precoce e l’intercettazione delle nuove dipendenze comportamentali, con particolare attenzione alla fascia dei minori e dei giovani”.
Nel 2022 solo 194 persone sono state seguite dai Serd di Ats Val Padana: lo 0.4 per mille degli uomini e lo 0.08 per mille delle donne. Dall’analisi di contesto, emerge che per un maschio è 5.4 volte più probabile essere un giocatore patologico rispetto ad una femmina. Gli uomini cominciano a giocare prima: la fascia d’età 20-44 è infatti per loro la più rappresentata. Le donne si approcciano al gioco in età più avanzata (dai 45 anni).