Una riduzione del 50% nel consumo di antibiotici e un utilizzo sempre più consapevole del farmaco veterinario.
“Sono i risultati emersi dall’attività di monitoraggio dell’Unità Veterinaria – riferisce una Nota della Direzione Welfare di Regione Lombardia – sull’antimicrobicoresistenza (Amr), la capacità dei microrganismi di resistere all’azione degli antibiotici e una delle maggiori minacce per la salute pubblica globale”.
“Tanto per dare un’idea, si stima che, in assenza di interventi mirati, nel 2050 il numero di vittime per infezioni da batteri resistenti potrebbe toccare i 10 milioni”.
“È dunque fondamentale – si legge ancora nella Nota – a tutela della salute pubblica, diminuire l’utilizzo di antibiotici, promuovendone un uso consapevole. Anche perché alcune classi di antibiotici sono considerate di ‘importanza critica’ (CIAs) per la cura di infezioni nell’uomo e il loro utilizzo deve essere evitato in medicina veterinaria per preservarne l’efficacia”.
“Come la recente pandemia ci ha insegnato – osserva la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti – la possibilità di interazione sanitaria tra uomo e animale, è un evento possibile, con ripercussioni in sanità pubblica e sulla nostra vita quotidiana”
“Questo – aggiunge – ci ha portato a monitorare ancor più il settore zootecnico, dagli allevamenti agli alimenti di origine animale”
Nello specifico, nel settore dell’allevamento bovino si evidenzia una netta diminuzione dell’utilizzo dell’antibiotico nel biennio 2020-2021, sia per le molecole di importanza critica (CIAs) sia per le molecole classificate come non critiche o poco critiche. La diminuzione percentuale raggiunge, in alcuni casi, valori di circa il 50% e il valore di DDD medio è stato dimezzato nel 2021 rispetto al 2022.
Nel settore suino l’analisi evidenzia una riduzione media di utilizzo dell’antibiotico tra il 2020 e il 2021, ma tale riduzione non riguarda tutte le classi farmacologiche. Mostrano tuttavia una sensibile riduzione alcune molecole considerate critiche. Il settore dell’allevamento avicolo (polli, galline), infine, è il settore in cui si sono registrati i risultati migliori dal 2015 al 2021: il punto di minimo è stato raggiungo nel 2019 mentre dal 2020 si è registrata una ripresa dell’uso degli antibiotici.