MANTOVA – Acqua potabile più cara per la stragrande maggioranza dei mantovani.
Ieri il Consiglio provinciale, ha approvato l’aggiornamento delle tariffe per due dei tre gestori del servizio idrico integrato: Aqa del gruppo Tea che rifornisce le abitazioni di quaranta comuni e Aimag, gestore del servizio in sette comuni del Basso mantovano.
Non scatterà subito invece l’adeguamento per gli utenti di Sicam, il gestore dell’Alto mantovano.
Nel marzo 2021 era stato approvato il piano tariffario 2020-2023 che per Aqa aveva previsto un incremento del 3,6% per quest’anno, e un altro 2,8% per il 2023. Non si erano fatti i conti però con il caro energia che si è aggiunto ai numerosi investimenti in fase di realizzazione sulla rete acquedottistica e il subentro nella gestione degli acquedotti di Gazzuolo e Viadana.
Tutto questo ha fatto alzare di parecchio i costi con un aumento delle tariffe del 7,7% per il 2022 e del 3,7% per il 2023. Con questo incremento per il 2022 la bolletta media delle famiglie servite da Aqa aumenta di circa 20 euro e sale a 316 euro.
Per Aimag l’incremento già previsto era dello 0,5% per il 2022 ed è stato confermato. Per il 2023 sarà invece dell’1,3% %. Una famiglia servita da Aimag, che ha una tariffa superiore di base del 20% rispetto ad Aqa, pagherà dunque quest’anno una bolletta più cara dello 0,5%, in media 365 euro a nucleo familiare. A questa cifra andrà sommato un ulteriore incremento dell’1,3% l’anno prossimo.