Carenza medici di base, la Provincia scrive a Ministero e Regione: ecco tutti gli interventi richiesti

MANTOVA – La carenza di medici di base e le criticità nell’assistenza sanitaria in provincia di Mantova: questi due temi analizzati e approfonditi oggi dal Tavolo della Sanità Mantovana convocato dal Presidente della Provincia Carlo Bottani e coordinato dal consigliere provinciale Enrico Volpi.

Nell’incontro, a cui hanno partecipato parlamentari mantovani, consiglieri regionali, sindaci e i vertici provinciali di Cgil, Cisl e Uil, è stato definito il documento che a breve verrà sottoscritto dal numero uno di Palazzo di Bagno, dai rappresentanti dei Distretti sanitari e dalle organizzazioni sindacali e mandato al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.

“Con questo documento – ha spiegato il consigliere Volpi – vogliamo richiamare l’attenzione sulla nota e ormai gravissima cronica carenza di medici di base. A fronte del naturale accesso ai pensionamenti le assunzioni e le borse di specializzazione postlaurea sono grandemente insufficienti a coprire il fabbisogno. A questo va aggiunta la comprensibile tendenza da parte dei nuovi assunti a preferire le aree metropolitane o i capoluoghi a discapito delle province periferiche e dei territori a bassa densità abitativa”.

Questa situazione si sta dimostrando drammatica soprattutto per il territorio virgiliano dove molti comuni si trovano privi anche della dotazione minima di personale Medico.

“Consapevoli dello sforzo già in atto da parte di ATS Valpadana e di ASST Mantova per evidenziare il tema presso le sedi opportune e per tamponare ove possibile le principali criticità – si legge nel documento – visti i buoni risultati in termini di concertazione, analisi e sintesi dimostrati dal Tavolo Sanità Mantovana istituito con la collaborazione di parti sociali, sindacati, Provincia, rappresentanti dei Distretti Sanitari e Consiglieri Regionali, unitamente ai Parlamentari di riferimento e a tutti i Sindaci della Provincia, con la finalità di elaborare un’azione coordinata di sollecitazione a tutti gli Enti superiori competenti per una revisione della normativa in materia e per l’individuazione di interventi strutturali in grado di consentire la formazione e l’inserimento nella rete territoriale di un adeguato numero di medici di famiglia, così come anche delineato dalle recenti linee di sviluppo della Legge di Modifica al Testo Unico delle leggi regionali di sanità, vengono qui evidenziate le principali linee di indirizzo”.

Le azioni suggerite e sollecitate per gli aspetti legati alla Assistenza primaria – prosegue il documento – possono essere così riassunte: semplificare le procedure per l’assegnazione e l’accettazione degli incarichi; valutare l’opportunità di conferimento anche due incarichi provvisori allo stesso medico, compatibilmente con i massimali di legge, le modalità organizzative e le coperture assicurative; demandare agli enti sovraordinati la valutazione di eventuali forme di penalizzazione per i medici che dopo aver accettato incarichi in zone carenti dovessero rinunciare agli stessi prima dell’avvio della attività; salvaguardando eventuali equilibri di bilancio si ritiene che potrebbe risultare vantaggioso il riconoscimento, a medici incaricati provvisori, del trattamento economico già riconosciuto per i medici base incaricati a tempo indeterminato”.

Si sollecita poi la valutazione di deroghe al massimale individuale da autorizzare in relazione a particolari situazioni locali sia per i medici incaricati a tempo indeterminato che per i medici incaricati provvisori.

Nel documento si dedica ampio spazio alle possibili agevolazioni logistiche ed economiche (per apertura di studi, individuazione di sedi e alloggi a prezzi calmierati).

In merito all’organizzazione dell’assistenza primaria si auspica ogni azione favorevole per agevolare gli ingressi dei neo-convenzionati e degli incaricati provvisori. “Si valutano più che auspicabili azioni concrete per la riduzione degli adempimenti burocratici oggi assegnati ai medici di medicina generale. Si ritiene necessario garantire la sistematica possibilità ad operare nel sistema SISS anche per gli incaricati provvisori. Individuato – come riportato sempre nel documento – più che opportuno l’innalzamento dell’anno di laurea per accedere al diritto di iscrizione alla graduatoria per l’assegnazione di incarico di titolare di medici di famiglia. Si propone la comparazione tra l’attività lavorativa svolta all’interno di un reparto di Medicina Generale all’interno di un Ospedale o di una struttura equivalente e il Corso di Formazione specifico richiesto per l’accesso alle graduatorie. Si valuta infine positivamente la promozione dell’associazionismo, l’incentivazione delle medicine di gruppo e di rete e la valorizzazione della telemedicina al fine di garantire sempre maggiori servizi agli assistiti.

Nell’ambito dell’Organizzazione del Servizio di Continuità Assistenziale “si suggerisce l’ampliamento degli ambiti di attività della continuità assistenziale e si auspica la previsione di attivazione di ambulatori di continuità assistenziale diurni in giornate feriali per sopperire alla carenza di punti di Assistenza Primaria”.

Annunciata dall’on. Matteo Colaninno la disponibilità del Ministro della Sanità Speranza a finanziare borse di specializzazione post laurea.