Coronavirus, fermento all’Iveco di Suzzara, la Fiom: «Non ci sono le condizioni di sicurezza»

Lo stabilimento Iveco di Suzzara

SUZZARA – Ore difficili per i lavoratori dell’Iveco di Suzzara. Le notizie che stanno arrivando in queste ore da più parti sono confuse e a volte contrastanti. A partire dall’ultimo comunicato diffuso sui social firmato congiuntamente da Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf datato 9 marzo, che il segretario generale Fiom Mantova, Marco Massari, smentisce categoricamente. «Non so chi abbia fatto circolare quel documento – dice Massari – ma non è nostro. Forse qualcuno l’ha preso, ha tolto i riferimenti relativi a Pomigliano e poi l’ha divulgato. Ma, lo ripeto, smentisco quel comunicato: non viene da Fiom».

Quel che è certo, invece, è l’aria di tensione e preoccupazione che si respira all’interno dello stabilimento da quando le misure per combattere la diffusione del Coronavirus sono diventate più stringenti in tutta Italia. La paura, tra i lavoratori, è palpabile. Pare che ieri sera le RSA sia stata in riunione con la direzione aziendale per raggiungere un accordo sulle misure da adottare per il contenimento del propagarsi del virus. Uno dei nodi da sciogliere sarebbero le pause collettive: «Tutte le altre pur apprezzabili iniziative sono vane se poi tutti i lavoratori vanno in massa ai bagni e alle aree relax – ci racconta un lavoratore. – Noi abbiamo portato avanti una proposta di chiusura dello stabilimento e abbiamo chiesto all’azienda una ripartizione del lavoro con pause a scorrimento da lunedì prossimo. Abbiamo capito che l’azienda aspetta che il Governo prenda misure più restrittive per poi procedere alla chiusura per ordine delle autorità. Chiaramente un atteggiamento da condannare visto cosa c’è in gioco: oggi chi continua ad essere presente al lavoro, vìola i decreti ministeriali ma soprattutto rischia la salute».

Stamattina gli operai avrebbero fatto sciopero dalle 9.30 alle 13.30 ma la notizia non è confermata. «Anche questa notizia è da smentire – spiega ancora Massari. – Quello che posso dire è che stiamo continuando a parlare con l’azienda perchè non ci sono le condizioni di sicurezza previste dal DPCM, quindi la priorità ora è capire come fare per mettere i lavoratori in condizione di lavorare in sicurezza. Inevitabilmente ci saranno dei rallentamenti nella produzione, non solo per i problemi legati alla sicurezza ma anche per l’approvvigionamento dei materiali».

E poi resta da capire cosa intende fare la Regione Lombardia, che chiede provvedimenti ancora più drastici con lo stop a tutte le attività non essenziali. «Ho avuto un colloquio con il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, con il quale ho raggiunto un accordo per individuare le modalità che andranno adottate dalle aziende che continueranno a produrre e prendendo atto della disponibilità di altre a sospendere l’attività – ha annunciato ieri il Governatore Attilio Fontana. – Andranno rispettate scrupolosamente le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e della Regione Lombardia a partire dalla soppressione di tutti i servizi mensa, dal rispetto delle distanze e dalla fornitura di tutte le dotazioni necessarie alla protezione personale dei lavoratori come guanti e mascherine, così come richiesto anche dai sindacati». Stamattina l’invio al Governo delle proposte concordate con i sindaci relative a ulteriori misure di contenimento del contagio, mentre Confindustria si dice preoccupata “per la richiesta della Regione Lombardia di esasperare le misure di contenimento del contagio fino a prevedere il fermo totale delle fabbriche e dei trasporti”.

Stamattina, intanto, nella fabbrica di Suzzara sarebbero state distribuite delle mascherine agli operai, ma in numero insufficiente. «Quello che sta succedendo deve insegnarci a capire quali azioni mettere in atto», chiude Massari. Individuare quindi un “modus operandi” per gestire le emergenze, senza perdere tempo, valido anche in futuro.

Forse nel pomeriggio di oggi gli operai non saranno al lavoro. Da questa mattina circola anche questa notizia di una “messa in libertà” dei lavoratori, ma come per molte altre voci neppure questa trova conferma. Saranno le prossime ore a dirlo. Nel frattempo il confronto tra azienda e sindacati prosegue.