MANTOVA – Anche la Chiesa si adegua al Coronavirus con una serie di misure
precauzionali adottate da Diocesi e comunità. Scelte, indicazioni che non vogliono alimentare le psicosi ma, al contrario si propongono di rendere più praticabile il cammino delle parrocchie. A partire naturalmente dalla messa domenicale, cuore settimanale della vita comunitaria.
Ecco allora che il vescovo di Mantova Marco Busca ha recepito l’invito che per voce del vicario generale monsignor Franco Agnesi, l’arcidiocesi di Milano rivolge ai fedeli. «In considerazione delle circostanze che si stanno creando e in evoluzione, dovute al contagio da COVID-19 (Coronavirus) presente anche nel nostro territorio – recita il comunicato – si suggerisce che la Comunione eucaristica possa essere distribuita sulla mano, secondo le norme liturgiche vigenti». Questo per evitare che la saliva, come potrebbe accadere nel caso della particola ricevuta in bocca diventi strumento di diffusione dell’infezione.
Il vescovo Busca ha fatto avvisare tutti i parroci della Diocesi di Mantova che già nelle messe prefestive del sabato hanno informato i fedeli di questo provvedimento. Domani quindi in tutte le messe sarà obbligatorio ricevere la Comunione in mano.
Nessuna indicazione al momento invece è stata data per lo “scambio della pace” (gesto che è comunque facoltativo) e che alcune Diocesi hanno già detto di evitare.
Dalla Diocesi di Mantova in ogni caso fanno sapere di essere pronti a recepire qualsiasi indicazione venga data per evitare il diffondersi del virus.
In altre province ad esempio, come in quella di Vercelli, si è deciso di svuotare la acquasantiere. Molto drastica la decisione della Chiesa di Cremona (dove ci sono due contagiati) che ha disposto la sospensione delle celebrazioni pubbliche dell’Eucaristia nella città capoluogo mentre nelle altre comunità della diocesi i parroci sono tenuti a rispettare le disposizioni comunali e ad adottare le già viste misure precauzionali: Comunione in mano, astensione dallo scambio della pace e acquasantiere vuote.
Sulla stessa linea la nota del vescovo di Padova, il mantovano monsignor Claudio Cipolla Fermo restando il rispetto da parte dell’intera diocesi delle decisioni dei Comuni, ha stabilito che nel comune di Vo’, dove si è registrata la prima vittima, non siano possibili celebrazioni pubbliche. Il che non significa, e vale per tutta Italia, rinunciare alla celebrazione eucaristica ma farlo nei modi possibili. In particolare tramite la tv, via radio o attraverso la Rete.