Morti “da” o “per covid”: una ricerca Istat (Istituto nazionale di statistica) sta cercando di fare chiarezza sul una domanda che accompagna la pandemia fino dagli esordi.
Le oltre 35mila vittime, tra cui molti sanitari, che fanno schizzare i numeri a decine di migliaia di morti in più registrate nel 2020 rispetto all’anno scorso fanno pensare al virus, ma poi c’è anche chi dice che visto che i morti sono per lo più ultraottantenni con altre patologie e quindi da li a poco sarebbero morti lo stesso, imputano al virus un letalità molto inferiore.
I ricercatori dell’Istat stanno riesaminando le schede compilate dai medici al momento del decesso e classificano le cause di morte in base a standard internazionali, con questo si contraddice il primario di terapia intensiva del S. Raffaele di Milano Alberto Zangrillo che, solo qualche giorno fa, sosteneva al quotidiano Il Tempo che anche le vittime di incidenti stradali, se positive al coronavirus, oggi vengono attribuite al Covid-19.
Da questa analisti prelimiare il Covid-19 risulta essere la causa “direttamente responsabile della morte” nell’89% dei casi. Nel restante 11%, a causare il decesso sono state soprattutto le malattie cardio-vascolari (4,6%) e i tumori (2,4%), seguiti da malattie respiratorie, diabete, demenze e malattie dell’apparato digerente. E questo sia nei pazienti anziani che in quelli più giovani.
Tra i 60 e i 69 anni di età spiega il 92% delle morti, ma anche sotto i 50 anni, dove contano maggiormente le altre patologie, il Covid risulta comunque determinante nell’82%.
Nel 28% dei casi il Covid ha portato alla morte anche senza altre concause.
Non ci sono differenze sostanziali tra i due sessi e tra le diverse classi di età, per la classe compresa tra 0-49 anni, 1/5 dei morti non ha concause, per cui secondo quanto riportato dal medico certificatore, “COVID-19 è una malattia che può rivelarsi fatale anche in persone giovani“.
Nel resto del campione, il 31% delle vittime aveva una concausa di morte, il 27% due e il 14% tre o più. Le complicanze di Covid-19 che più spesso portano alla morte sono la polmonite (79% dei casi) e l’insufficienza respiratoria (55%). Molto meno frequenti le altre complicanze.
L’analisi dell’Istat è appena iniziata e queste percentuali andranno aggiornate con il progredire dell’indagine. Ma il campione studiato finora può essere considerato rappresentativo del totale delle vittime. I valori finali dunque non si discosteranno molto da quelli pubblicati.
Per questo si può affermare che senza il Covid-19 nove vittime su dieci oggi sarebbero ancora vive ultraottantenni o meno.