MANTOVA – Sono circa 2.178 i casi trattati dall’Unità di sorveglianza territoriale istituita da Asst Mantova, in convenzione con l’Ats Val Padana, per tracciare i contatti dei pazienti positivi al Covid-19. Un tracciamento avviato l’11 marzo, che ha operato ininterrottamente sette giorni su sette fino al 22 maggio, nell’ambito delle indagini epidemiologiche. Un piano reso possibile da un tavolo di 17 professionisti della Medicina Legale, della Qualità e specialisti ambulatoriali che hanno reso possibile la creazione di una centrale operativa, dotata di postazioni telefoniche e con pc per gestire al meglio l’emergenza.
Un lavoro importante ed ingente: ad ogni segnalato da Ats all’unità di sorveglianza corrisponde la ricerca di almeno tre contatti, fra familiari e altre persone collegate, per un totale di oltre 6mila cittadini tracciati. Tra l’11 marzo e il 22 maggio sono stati, infatti, 1.500 i test tra tamponi effettuati sui pazienti positivi e sierologici sui loro contatti; prenotati gli esami sierologici per i dipendenti di Ats, per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. L’attività contempla, inoltre, la sorveglianza sanitaria dei soggetti non seguiti dal Centro Servizi – che monitora i pazienti dimessi dalle strutture ospedaliere – che non sono operatori socio sanitari.
Indagini che ora, con la diminuzione dei contagi e la progressiva ripresa dei servizi non Covid, sono ora state affidate a tre singoli professionisti di Asst. “Un’esperienza molto significativa – afferma Daniela Rastelli, responsabile della struttura Medicina Legale e coordinatrice dell’Unità di sorveglianza parlando del lavoro degli ultimi mesi -. Abbiamo avuto una grande opportunità di collaborazione fra colleghi e anche i rapporti umani ne hanno risentito positivamente. Ricordo momenti drammatici, ma ci siamo dati una mano per superarli, contando sulla sinergia e sulla competenza di tutti”.