Via libera al decreto sostegni da 32 miliardi. “E’ una risposta marginale, ma è il massimo che abbiamo potuto fare” ha esordito il presidente del consiglio Mario Draghi.
La differenza con gli altri decreti è l’abbandono dei codici Ateco, massimo di soldi possibili, la velocità dei pagamenti, dall’8 di aprile previa domanda su una piattaforma dell’Agenzia delle Entrate.
32 miliardi che verranno divisi tra sostegni alle imprese, al lavoro autonomo e alla lotta alla povertà.
3/4 del totale andranno a sostegno delle imprese, 8 miliardi per il lavoro e il contrasto alla povertà, 5 miliardi per salute e sicurezza, (2,5 dei quali per vaccini e acquisto medicinali).
Comprese nei sostegni le attività del turismo, la montagna(impianti risalita, maestri sci, attività commerciali, baite, affitti sci), alle imprese di ristorazione nei centri storici e specializzata in eventi privati e i lavoratori autonomi, anche del settore angricolo. Sostegni previsti anche per il settore dello spettacolo ai quali verrà devoluta un’indennità straordinaria di 2.400 euro per tutti i lavoratori dello spettacolo, con una platea di beneficiari allargata.
Una parte dei fonti sarà destinata agli Enti territoriali e altre disposizioni “urgenti”, dal trasporto pubblico locale alle attività didattiche.
Oltre 40 gli articoli dei nuovo decreto che divide le imprese in cinque fasce di ricavi con percentuali differenziate di “sostegno economico”: dal 60% per le più piccole al 20% per le più grandi.
Il provvedimento prevede anche tra l’altro il blocco dei licenziamenti individuali e collettivi fino a tutto giugno, fino a ottobre per le aziende che usufruiscono della cig Covid. Inoltre la possibilità di rinnovo o proroga dei contratti a tempo determinato senza la necessità di indicare la causale, per un periodo massimo di dodici mesi e per una sola volta, viene estesa dal 31 marzo al 31 dicembre 2021. Ma si mantiene ferma la durata massima complessiva di 24 mesi.
Disaccordo all’interno della maggioranza per quanto riguarda le cartelle esattoriali ed in particolare sulla tempistica dello stop alle notifiche e su quali cartelle fare scattare il blocco. La Lega spinge per ampliare le maglie dell’operazione ma anche M5s e Forza Italia puntano alla cancellazione integrale del magazzino fiscale. Mentre Pd e Leu bocciano qualsiasi forma di condono e sono favorevoli, così come Iv, a una pulizia del magazzino più selettiva che stralci i crediti esattoriali inesigibili perché collegati a imprese fallite o contribuenti defunti.
Alla fine è stato trovato un accordo: lo ‘stralcio’ delle cartelle (fino al 2011) prevede un importo contenuto di 5.000 euro “che corrisponde ad un netto di circa 2.500 euro tra interessi e sanzioni varie”. E questo “permette all’amministrazione di perseguire la lotta all’evasione anche in modo più efficiente”, ha detto il premier definendo la norma un ‘condono’ che però sarà limitato ad una piccola platea, sotto un certo reddito (dovrebbe essere 30mila euro) “e forse con minore disponibilità economica.
“Questo Decreto sostegni – ha commentato Draghi è un intervento parziale, un secondo stanziamento, infatti, è previsto in occasione della presentazione del documento di economia e finanza”.
La riunione del nuovo governo a Palazzo Chigi era stata convocata per le 15, ma l’appuntamento è slittato di ora in ora (alle 18 non era ancora iniziato). La conferenza stampa del presidente del Consiglio, Mario Draghi è iniziata alle 20.