MANTOVA – Non è un addio in solitaria quello di Anna Lisa Baroni da Forza Italia a Mantova. Anche il vice coordinatore provinciale Romano Arioli ha annunciato di aver lasciato il partito, e la decisione è arrivata ancora prima rispetto a quella della Baroni. “Subito dopo aver visto quanto fatto da Forza Italia in occasione della fiducia al Governo Draghi con il partito che in qualche modo si è reso corresponsabile della sua caduta ho scritto al coordinatore nazionale Antonio Tajani spiegandogli i motivi per cui non condividevo quella scelta e annunciandogli dunque che, vista la mia storia, non mi ritrovavo più in un partito che aveva affossato un premier come Draghi e che quindi non era più espressione di quell’elettorato moderato di cui quel Governo era anche espressione “.
E quella di Romano Arioli è una storia politica molto lunga visto che inizia con la Democrazia Cristiana di cui è stato uno dei massimi esponenti a livello territoriale e segretario provinciale già negli anni ’70. E proprio parlando della Dc e del “Centro ” politico che adesso si vorrebbe ricostruire, e che ad oggi vede coinvolte forze più orientate verso il centro sinistra che non il centro destra è lo stesso Arioli a ricordare come lo stesso Alcide De Gasperi, disse che “la Dc è un partito di centro che guarda a sinistra”.
In ogni caso Arioli dichiara che, prima di fare qualsiasi scelta, ponderà bene cosa si andrà a costruire. “Del resto non è che a tutti i costi bisogna avere la tessera di un partito in tasca” dichiara l’ormai ex vice coordinatore provinciale Forzista.
La decisione di lasciare il partito viene invece affidata a un post su Facebook dal coordinatore provinciale dei giovani del partito Simone Segna che è anche consigliere comunale a Volta Mantovana. “Dopo giorni di riflessione, ho deciso di lasciare Forza Italia. È una decisione sofferta, ma ormai non più rimandabile, soprattutto alla luce dei gravi fatti di mercoledì scorso: FI, rinunciando ai suoi valori fondanti, ha contribuito a metter fine alla via di concretezza, successo e buonsenso iniziata e percorsa da Mario Draghi. È questo per me un punto di non ritorno, che segna l’adesione di FI ad una visione sovranista e populista, nella quale non posso e non voglio riconoscermi. Mi dimetto dunque da coordinatore provinciale dei giovani di FI Mantova e rimetto ai miei superiori tutti gli incarichi, lasciando, a malincuore, il movimento politico in cui sono cresciuto” dichiara Segna che aggiunge: “Credo l’Italia abbia oggi bisogno di una forza politica realmente liberale, atlantista ed europeista, capace di cogliere l’eredità e la via di Draghi. Una politica nuova che guardi al futuro, alle nuove sfide della digitalizzazione, del cambiamento climatico e alla difesa della Democrazia nel mondo. Purtroppo Forza Italia ha scelto un’altra strada, una via che io non posso seguire. Non termina qui comunque l’impegno amministrativo per la mia comunità e la grande passione per la politica che mi accompagna da sempre e per la quale non posso continuare a restare in un partito nel quale non mi riconosco più”.
Anche Stefano Gialdi, esponente di Forza Italia a Mantova sin dal 1994 e probabilmente il dirigente “più anziano” come continuità di militanza tra gli azzurri virgiliani, dichiara che sta “riflettendo su quanto accaduto” ma la strada per lui sembrerebbe tracciata ed è quella che porta all’uscita dal partito. “Quella che si è resa complice della caduta di Draghi ha ben poco della Forza Italia portatrice di quei valori liberali ed europeisti in cui mi sono sempre riconosciuto” dichiara infatti Gialdi. Tentato dal lasciare il partito pure Stefano Nuvolari, membro del comitato cittadino che però evidenzia come questa per lui sia “una fase di riflessione, anche perchè voglio capire bene come sarà e cosa proporrà questa forza di centro che sta nascendo. Se dovesse aprire ad alleanze con il Pd il discorso di una mia eventuale adesione si fermerebbe subito”.
Sull’altro fronte il commissario cittadino ed ex sindaco del capoluogo Nicola Sodano dichiara di non aver dubbi nel voler restare in Forza Italia. Dunque nessun problema con la caduta del Governo Draghi? “Io condivido quanto detto da Berlusconi che ha spiegato bene come Forza Italia avesse proposto una risoluzione che prevedeva un nuovo esecutivo senza M5S. Ma Draghi ha deciso di mettere la fiducia sulla mozione Casini, dunque non è Forza Italia ad aver fatto cadere il Governo, chi ha innescato la crisi sono i grillini”.
Facciamo presente a Sodano che, con l’uscita della coordinatrice provinciale Baroni, il partito sarà commissariato esattamente come accaduto a Brescia con la nomina di Paroli a commissario dopo l’annuncio dell’addio a Forza Italia da parte del coordinatore bresciano Alessandro Mattinzoli, assessore alla Casa e Housing sociale della giunta di centrodestra di Regione Lombardia. Se la sentirebbe di fare il commissario? “Guardi queste cose non vengono nemmeno decise a Mantova, io posso solo dire di essere a disposizione del partito” dichiara Sodano.
Pure il consigliere comunale di Mantova Pierluigi Baschieri rimarrà in Forza Italia. “Al momento non mi pare vi siano le condizioni per percorsi alternativi” commenta Baschieri che non nasconde però le proprie critiche per il comportamento del suo partito in occasione del voto di fiducia a Draghi e aggiunge: “Vedremo cosa accadrà dopo il 25 settembre”.
Viene dato per certo che rimarranno all’interno di Forza Italia anche i castiglionesi Franco Nodari e Michele Falcone e il consigliere provinciale e comunale ad Asola, membro del direttivo provinciale del partito, Mattia Di Vito. Non è stato possibile raggiungerli telefonicamente però per avere le loro dichiarazioni sull’argomento.
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