MANTOVA – I dati sulla natimortalità delle imprese, in provincia di Mantova, elaborati dal Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova, mostrano un saldo positivo di 35 unità, che porta la consistenza del Registro Imprese a 39.730 aziende registrate a fine settembre. Il tasso di crescita pari al +0,1% risulta di poco inferiore sia a quello regionale sia a quello nazionale (entrambi +0,2%). A livello territoriale ognuna delle province lombarde e limitrofe registra un tasso di sviluppo positivo, con la sola eccezione di Bergamo. Nella classifica regionale Mantova si colloca in penultima posizione seguita solo da Bergamo, mentre ai vertici troviamo Milano, Sondrio e Como.
Considerando le forme giuridiche, mostrano valori in crescita le società di capitali (+0,8%) e le “altre forme” (cooperative e consorzi) con un +0,2%. Le imprese individuali, invece, vedono un calo del -0,1%, mentre le società di persone rimangono stabili.
L’analisi delle attività economiche della nostra provincia evidenzia una contrazione per l’agricoltura (-0,5%), le attività manifatturiere (-0,3%), le costruzioni (-0,3%), il commercio (-0,4%) e le altre attività dei servizi (-0,1%). Mostrano, al contrario, un trend positivo i settori del terziario: il trasporto e magazzinaggio (+0,1%), i servizi di alloggio e ristorazione (+0,4%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+2,2%), i servizi di supporto alle imprese (+0,5%), le attività immobiliari (+0,2%), le attività finanziarie e assicurative (+0,6%), la sanità (+3,5%), i servizi di informazione e comunicazione (+0,3%) e le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+1,2%).
NEL DETTAGLIO
Il comparto artigianale, che rappresenta un terzo del totale delle imprese iscritte alla Camera di Commercio, tra luglio e settembre mostra un saldo negativo tra aperture e chiusure di -12 unità, determinando un leggero calo del -0,1%; sia a livello regionale sia a livello nazionale si registra un +0,1%. Nel dettaglio dei settori nei quali opera l’artigianato mantovano, che alla fine del terzo trimestre 2019 conta 11.448 imprese, si evidenziano contrazioni nell’agricoltura (-1,6%), nelle attività manifatturiere (-0,8%), nelle costruzioni (-0,7%), nella riparazione di veicoli e motocicli (-0,2%), nel trasporto e magazzinaggio (-1%), nei servizi di supporto alle imprese (-0,7%) e nelle attività artistiche, sportive e d’intrattenimento (-1,6%). Risultano in ripresa, invece i servizi di informazione e comunicazione (+3,4%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+0,7%), le attività legate alla trasformazione alimentare (gelaterie, gastronomie, pizzerie, ecc.) (+1%), e le altre attività dei servizi (+0,2%).
IL COMMENTO DI COLDIRETTI: “Favorire ricambio generazionale, aggregazione e competitività”
“Prosegue la contrazione del numero di imprese agricole sul territorio mantovano. Anche nel terzo trimestre del 2019 si registra una diminuzione dello 0,5% del numero di imprese agricole, secondo quanto riportato dalla Camera di commercio di Mantova. Questa è la conferma di un processo di concentrazione dell’attività primaria e di una difficoltà strutturale nel ricambio generazionale”.
Lo evidenzia Coldiretti Mantova, sollecitando misure di sostegno per incentivare l’innovazione, favorire l’aggregazione, la multifunzione aziendale, la filiera corta e la competitività.
“Nel fenomeno di riduzione delle imprese agricole attive pesano sicuramente anche le incertezze su scala internazionale, dai dazi applicati unilateralmente dagli stati uniti (cosa mai accaduta finora e vietato dalle regole del Wto), ai fenomeni ai quali si sommano fattori esogeni come i cambiamenti climatici o l’invasione di specie alloctone, dalla cimice asiatica alle nutrie – prosegue coldiretti -. A questo si aggiungono le incognite della Politica agricola comune post 2020. Sembra peraltro che – secondo quanto sostenuto dall’assessore all’Agricoltura della Lombardia – con il nuovo regolamento transitorio adottato dalla Commissione, nel 2021 l’agricoltura italiana subirà un taglio di risorse di 370 milioni di euro. La Lombardia potrebbe rischiare di ottenere, secondo le prime stime, 20 milioni di euro in meno, calcola la Regione”.