La cimice asiatica fa strage di campi: danni per 250milioni di euro. Allarme da Coldiretti

Gravi i danni causati all'agricoltura dalla cimice asiatica
MANTOVA – Non solo zanzare ma anche cimice asiatica nei campi, dove hanno già provocato una strage dei raccolti con danni stimati in 250milioni di euro. Queste le conseguenze dell’alta temperatura. A lanciare l’allarme è la Coldiretti in rifermento alla nuova fase climatica con temperature bollenti che potrebbero schizzare fino a 35 gradi.
 
Una condizione che – sottolineano – favorisce il moltiplicarsi degli insetti come la cimice asiatica che nel nord Italia sta devastando meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivai con danni alle produzioni ed un pesante impatto occupazionale.
La “cimice marmorata asiatica” arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa  per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto.
 
Ingenti, come detto i danni: nel solo Veneto le perdite nelle produzioni di mele, pere, pesche e kiwi hanno raggiunto la cifra di 100milioni di euro, di cui quasi 80 nella sola provincia di Verona, ma situazioni drammatiche si registrano un po’ ovunque, dal Friuli Venezia Giulia, dove in alcune zone è andato perso addirittura il 100% del raccolto di pere e mele, al Piemonte, con la provincia di Alessandria tra le più colpite. Gravi problemi anche in Lombardia dove la cimice ha attaccato le coltivazioni di soia e mais nel Bresciano e di frutta nella provincia di Mantova, ma anche in Emilia Romagna.
 
“Per fermare l’invasione della cimice asiatica si attende urgentemente il via libera del Ministero dell’Ambiente che, sentiti il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero della salute, deve emanare le linee guida per il via libera alla vespa samurai nemica naturale della cimice”, ha chiesto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
 
Sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari.