Le mani dell’ndrangheta sui locali. Chiuso il Bakery Cafè di via Battisti. Negata l’apertura a 5 sale slot

Per completezza, si riporta la sequenza temporale delle interdittive che, nel corso degli ultimi due anni, sono state adottate dai Prefetti di Mantova e che fanno riferimento sempre agli stessi soggetti coinvolti. Tale sequenza evidenzia proprio la funzione anticipatoria della misura rispetto agli eventi recentemente accaduti: • il 14.11.2017 viene interdetto Carlo Pezzo, coinvolto nella recente operazione riportata dagli organi di stampa; • il 10.7.2018 è interdetta la STRIKE SRL, costituita con soggetti prestanome, ma collegata a soggetti contigui ad ambienti della criminalità organizzata; • il 10.4.2019 viene interdetta la SEVEN SRL, con analoghe caratteristiche; • il 26.4.2019 viene interdetta la CALAMITA SRL; • il 24.10.2019 è interdetta l’ultima società.

MANTOVA – I tentacoli dell’ndrangheta continuano ad allungarsi sulla provincia di Mantova e la forze dell’ordine, in modo congiunto e sotto il coordinamento della Prefettura, dichiarano guerra a quella che ormai non è più considierata un’infiltrazione ma una vera e propria colonizzazione del territorio.
Oggi pomeriggio in Prefettura, il prefetto Carolina Bellantoni, insieme al Questore Paolo Sartori, ai comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza colonnelli Antonino Minutoli e Livio De Luca, al vice comandante della Polizia Locale Luigi Marcone e all’assessore alla legalità Iacopo Rebecchi, hanno spiegato ai media locali le ultime operazioni portate a termine nella lotta alla criminalità organizzata e alle sue ramificazioni nella provincia virgiliana.
Tra queste, proprio oggi, la notifica di interdittiva antimafia (provvedimento adottato il 24 ottobre scorso ) al Bakery Cafè – conosciuto anche come Dersut Cafè -di via Cesare Battisti e la contemporanea revoca da parte del Comune di Mantova della Scia ( la Segnalazione certificata di inizio attività).
Un altro locale dunque chiuso per legami con la mafia e, anche in questo caso, i legami porterebbero a Carlo Pezzo, il 38enne originario di Vibo Valentia, uomo di fiducia del clan dei Bonavita, arrestato all’alba di martedì scorso nell’ambito dell’operazione “Cerbero”, con l’accusa di reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
In particolare è emerso che la società a cui il bar faceva riferimento, dopo aver acquisito un ramo di azienda di un altro ente, aveva avviato, attraverso dei prestanomi, la gestione di alcuni locali in via Cesare Battisti. Obiettivo far diventare la strada terra di conquista dell’ndrangheta.

Questa interdittiva è la quinta in due anni che va a colpire  locali collegati a Pezzo: Per completezza, si riporta la sequenza temporale delle interdittive che, nel corso degli ultimi due anni, sono state adottate dai Prefetti di Mantova e che fanno riferimento, prestanome compresi (le classiche “teste di legno”), sempre agli stessi cinque soggetti coinvolti, tutti residenti nel Mantovano. Tale sequenza evidenzia la funzione anticipatoria della misura rispetto agli eventi recentemente accaduti:

  • il 14.11.2017 viene interdetto Carlo Pezzo, coinvolto nella recente operazione riportata dagli organi di stampa;
  • il 10.7.2018 è interdetta la STRIKE SRL, costituita con soggetti prestanome, ma collegata a soggetti contigui ad ambienti della criminalità organizzata;
  • il 10.4.2019 viene interdetta la SEVEN SRL, con analoghe caratteristiche;
  • il 26.4.2019 viene interdetta la CALAMITA SRL;
  • il 24.10.2019 è interdetta l’ultima società.

Durante la conferenza stampa intanto il Questore Sartori ha spiegato d’aver già respinto, dall’inizio dell’anno, cinque richieste di aperture di sale slot, anche in questo caso perchè erano tutte in odor di mafia. L’ultimo no è stato detto per l’apertura di una sala slot a Suzzara.