MANTOVA Due anni a Lorena Buzzago e sei mesi al marito Fabrizio Ferrari. Queste le condanne pronunciate dal giudice per le udienze preliminari Beatrice Bergamasco nei confronti dell’ex maestra di asilo nido e del coniuge. Buzzago era a processo per stalking, atti persecutori, simulazione di reato e diffamazione nei confronti del sindaco del capoluogo Mattia Palazzi e del capogruppo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri. I due infatti per molti mesi sono stati presi di mira dalla donna con false accuse e persecuzioni, culminate nella pubblicazione – lo scorso mese di maggio – del libro clandestino “50 sfumature di giallo”.
La sentenza nei confronti di Lorena Buzzago vede due anni di reclusione senza sospensione condizionale ( applicato lo sconto di un terzo della pena per via del rito abbreviato) contro i due anni e mezza richiesti dall’accusa, mentre sei mesi al marito con pena sospesa il quale, in parte, ha collaborato ai piani della donna. I due dovranno anche risarcire Palazzi con 15mila euro più 2mila e 600 euro di spese accessorie; a Baschieri un risarcimento di 6mila euro più 2mila di spese accessorie. Nei confronti dell’ex maestra il giudice ha sostituito anche la misura degli arresti domiciliari con quella del divieto di avvicinarsi alle persone offese e di comunicare con le stesse, anche a mezzo internet. In tutto ciò, Buzzago è stata invece assolta dal reato di sostituzione di persona, che era stato ipotizzato dal momento che aveva utilizzato diversi account facebook per mettere in pratica i propri piani nei confronti di Palazzi e di Baschieri. “Ho preso atto della sentenza – ha commentato Palazzi – anche se nessuna sentenza è in grado di risarcire quanto subisce una persona ingiustamente accusata di fatti e vicende infamanti. È chiaro come tutto ciò ha anche una regia politica. L’ho detto sin dall’inizio ed è iniziato ad emergere chiaramente anche nel processo. Sono convinto – ha concluso il primo cittadino – che sarà fatta piena chiarezza anche su questo aspetto». Sulla stessa linea Baschieri che dichiara: “Giustizia è fatta ma è difficile pensare che una persona abbia potuto agire da sola, in più di un’occasione è emerso chiaramente come dietro a questa vicenda vi siano stati più registi”