MANTOVA – Si chiama Paolo Bellini ha 55 ani ed è mantovano, originario di Suzzara per l’esattezza: sarebbe questo la mente del sistema tangenti sugli appalti della metro milanese Atm, Il dirigente dell’azienda dei trasporti di Milano è uno dei 13 arrestati dalle Fiamme Gialle durante un blitz scattato martedì 23 giugno all’alba. Il mantovano sarebbe il deus ex machina di tutta l’operazione tanto che gli inquirenti parlano di “metodo Bellini” riguardo alle richieste di denaro. Secondo Francesco Greco, il procuratore capo di Milano attorno al mantovano, responsabile degli impianti di segnalamento e automazione delle linee metropolitane, gravitava un “sistema di metodica alterazione di gare ad evidenza pubblica indette da Atm spa”, che in questa vicenda è parte lesa. Al 55enne vengono contestate presunte tangenti per 125mila euro tra il 2018 e il 2019. Secondo quanto raccolto dalla procura milanese, il manager offriva “alle imprese interessate a partecipare alle gare” “la consulenza del pubblico ufficiale sotto forma di fornitura di materiale e informazioni privilegiate, trafugate dalla stazione appaltante”. Alle imprese, recita una nota della procura di Milano, sarebbe anche stata garantita la “possibilità di sopralluoghi riservati e perfino la supervisione e correzione delle bozze di offerta, sino all’indicazione precisa delle percentuali di ribasso da offrire ad Atm”, per prevalere sulle concorrenti. In cambio Bellini avrebbe incassato tangenti “proporzionali al valore dell’appalto” a cadenza mensile.
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