MANTOVA – Sono già più di cento i profughi ucraini arrivati in provincia di Mantova di cui la Caritas diocesana si sta occupando, quindici famiglie con cinquanta persone totali solo nella zona del capoluogo e dell’hinterland. Si tratta quasi esclusivamente di mamme con bambini e in qualche caso anche di qualche nonna. Ma già tra domani e venerdì sono attese altre 4-5 famiglie e così continuerà nei giorni successivi.
Gli anziani sono pochi, il viaggio è lungo e faticoso e spesso non riescono ad affrontarlo.
E’ il direttore della Caritas diocesana Matteo Amati a spiegare che fino a questo momento “sono arrivate 90 disponibilità di accoglienza di cui 25 alloggi di parrocchie e privati, e 65 convivenze familiari. E il lavoro da fare è enorme perchè bisogna contattare i referenti di tutte le dispomibilità arrivate per sincerarsi che siano idonee”.
Vi sono poi le soluzioni di primissima accoglienza rappresentate dagli oratori e dagli alloggi del Seminario ma sono situazioni in cui le famiglie possono rimanere per un periodo limitato. Poi c’è bisogno di trovare loro una soluzione più stabile come c’è bisogno di farlo per tutti quei profughi che in un primo momento trovano accoglienza presso gli alloggi dove vivono i parenti ma poi hanno bisogno di un posto. E’ il caso ad esempio delle figlie di badanti che hanno raggiunto le madri in Italia con i propri bambini ma non possono rimanere a vivere presso la casa dove la madre lavora.
E’ invece Davide Boldrini, responsabile C.A.S.A. San Simone, a spiegare che “bisogna anche prestare molta attenzione all’aspetto sanitario collegato al Covid, sia per quanto riguarda li profughi che la famiglia ospitante”.
E anche in questa occasione la burocrazia non sta aiutando perchè sono state disposte ad esempio le vaccinazioni dei profughi in luoghi differenti a seconda delle fasce di età e quindi chi li ospita o presta loro assistenza è costretto a spostamenti in più parti, senza contare tutte le pratiche che bisogna avviare nel momento del loro arrivo. Anche questo un lavoro che sta tenendo occupati parecchio gli operatori della Caritas.
Intanto domani in Prefettura si terrà un tavolo di coordinamento tra tutti i principali enti ed associazioni che stanno gestendo l’emergenza profughi nel mantovano.
“Un’emergenza rifugiati assolutamente atipica rispetto a tutte quelle che l’hanno preceduta negli ultimi decenni visto che oggi a fuggire sono mamme con i propri bambini” conclude Boldrini.