MANTOVA – “La grande incognita riguarda i consumi, che in questa fase stanno penalizzando l’ortofrutta, ma le prime stime della campagna di raccolta della pera mantovana Igp, iniziata ai primi di agosto, sono positive per quantità, qualità e per ora anche per il prezzo. Anche la cimice asiatica, grazie al ricorso di reti di protezione e della vespa samurai, ha avuto un impatto meno dirompente” – dice Pier Paolo Morselli, presidente di zona di Coldiretti Ostiglia e al vertice di Corma di San Giovanni del Dosso, la più importante cooperativa ortofrutticola del Basso mantovano.
“Rispetto all’anno scorso, quando le gelate di aprile furono responsabili di un calo produttivo particolarmente sensibile – prosegue Morselli – quest’anno la resa in campo è di maggiore soddisfazione, con volumi più elevati rispetto alle medie degli ultimi cinque anni. Quest’anno, a fare le spese del meteo impazzito sono i colleghi spagnoli, vittime di gelate primaverili”.
L’area padana, dal Mantovano al Ferrrarese fino a Verona, ha semmai risentito delle elevate temperature. Se l’irrigazione a goccia o con micro-jet ha di fatto garantito la disponibilità di acqua, il termometro su livelli sopra la media ha ridotto le pezzature dei frutti. “I calibri inferiori penalizzeranno il mercato del fresco, riducendo la produzione lorda vendibile e, di conseguenza, intaccando la marginalità dei produttori”, commenta il presidente di Coldiretti Ostiglia.
Seppure in fase di avvio di commercializzazione e con l’incertezza di capire come evolveranno i consumi – nel primo semestre del 2022 le vendite di pere hanno risentito di una contrazione vicina al 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche per effetto di una minore disponibilità di prodotto – i prezzi per ora si stanno posizionando su valori mediamente soddisfacenti, nell’ordine di 60-70 centesimi al chilogrammo per la varietà Conference, Carmen, William e con punte anche di 75 centesimi, secondo le rilevazioni di Coldiretti Mantova.
L’export, solitamente un volano per le produzioni locali, quest’anno sconta alcune difficoltà correlate alla guerra in Ucraina. “Avevamo già detto addio al mercato russo – dice Morselli – ma da alcuni mesi anche l’impossibilità di vendere in Bielorussia e Ucraina rischia di penalizzare le vendite. E lo stesso vale per l’Egitto e i Paesi del Nord Africa, che in chiave di quote di importazione stanno privilegiando gli acquisti di cereali per scongiurare tensioni legate alla disponibilità di pane”.
Si sta cercando di aprire canali commerciali verso l’India e la Cina, dove però – avverte Morselli – barriere doganali e di tipo sanitario rendono difficile la penetrazione delle pere Made in Italy.
Decisamente più complesso lo scenario per le mele. L’incremento delle produzioni e il blocco dell’export verso Est, con la Polonia primo produttore costretta a rivolgersi prevalentemente ai mercati tedesco e comunitario, stanno appesantendo i listini. “Oggi i prezzi di vendita delle mele Gala si aggirano sui 30 centesimi al chilogrammo, un valore tutt’altro che remunerativo, tenuto conto dei rincari che hanno colpito gli agricoltori e le catene di approvvigionamento fra energia, manodopera, fertilizzanti e mezzi tecnici”, rende noto Morselli.
I numeri nel Mantovano. Mantova rappresenta la prima provincia in Lombardia per la produzione di pere, puntualizza Coldiretti, con una superficie di circa 610 ettari su un totale di 720 in regione.
Più contenuta la produzione di mele, estesa su 236 ettari nel Mantova, pari al 14,3% della Superficie agricola utile in Lombardia.