MANTOVA – Un nuovo, forte appello alle amministrazioni comunali perché intervengano in maniera decisa sulla tassazione locale.
E’ quello lanciato congiuntamente da Confcommercio e Confesercenti, in rappresentanza delle oltre 18.300 imprese mantovane (su un totale di 35.600, più della metà) che fanno capo al terziario (commercio, turismo, servizi, trasporto, professioni).
“Abbiamo inviato l’ennesima comunicazione a tutti i sindaci della provincia – spiegano i presidenti di Confcommercio e Confesercenti, rispettivamente Ercole Montanari e Gianni Rebecchi – nella quale chiediamo di rivedere urgentemente i tributi locali, Tari, Cosap, Ica, Imu. Sappiamo che alcune Amministrazioni si sono già mosse in questa direzione dimostrando sensibilità e attenzione ad un comparto, il nostro, che in provincia assorbe il 55,7% della forza lavoro e offre le maggiori prospettive di occupazione e di auto-imprenditorialità. Le misure di contenimento dell’emergenza Coronavirus che condividiamo perché al momento sono l’unica soluzione utile a limitare drasticamente le possibilità di contagio tra la popolazione – continuano i due presidenti – hanno imposto la chiusura temporanea del 90% delle attività imprenditoriali dei nostri comparti, che stanno pagando un prezzo altissimo e versano in una condizione di crisi estremamente grave. È concreto il rischio che buona parte di queste non riescano a ripartire al termine dell’emergenza. Secondo alcune stime si parla di una quota del 30%, detto altrimenti, un’impresa su 3, alla fine di questo tsunami, potrebbe non riavere la forza per rialzarsi”.
“Purtroppo allo stato attuale non ci sono provvedimenti statali di sostegno alle imprese sul tema dei versamenti relativi ai principali tributi e imposte locali – aggiungono Nicola Dal Dosso e Davide Cornacchia , direttore rispettivamente di Confcommercio e Confesercenti – Per questo è fondamentale e urgente un intervento delle singole Amministrazioni, che si traduca in una proroga al 2021 di tutte le scadenze per il pagamento dei tributi locali del 2020, nell’azzeramento dei tributi relativi al primo semestre 2020 e nella rimodulazione degli importi dei tributi riferiti alla fase post emergenziale. Sappiamo bene che i Comuni, soprattutto quelli di piccole dimensioni, si trovano della difficile situazione di dover garantire i servizi essenziali a fronte di una drastica riduzione delle entrate. Siamo altresì convinti che occorre sostenere anche chi crea lavoro e reddito, per evitare che a fine emergenza la situazione si sia trasformata in un dramma sociale ed economico: con la chiusura di decine di imprese e l’aumento vertiginoso della disoccupazione”.