MARMIROLO – Ancora un caso di sfruttamento di clandestini e del lavoro nero che, nonostante i controlli ormai quasi quotidiani, ancora si registrano sul territorio.
Nel primo pomeriggio di ieri, infatti, il blitz dei carabinieri scattato contemporaneamente in due distinti laboratori tessili di Marmirolo. I militari della stazione locale, insieme ai colleghi di Castel Goffredo e di Goito, in collaborazione con il Nucleo CC Ispettorato del Lavoro, gli Ispettori degli Uffici Inail e Inps e la Polizia Locale di Marmirolo, ambito Task Force coordinata dalla Compagnia Carabinieri di Castiglione delle Stiviere, hanno fatto irruzione in due laboratori tessili dove hanno trovato al lavoro 13 operai, tutti di nazionalità cinese.
A quel punto scattava il controllo dei documenti dal quale risultava che tre lavoratori erano irregolari e senza nessun permesso di soggiorno e, naturalmente, privi di contratto di lavoro con una paga molto bassa ed in condizioni di sfruttamento (nonchè sottoposti a a regole inflessibili del datore di lavoro che impongono agli operai il divieto di allontanarsi dal laboratorio per non rischiare di essere scoperti e conseguentemente espulsi).
Nel primo laboratorio, gestito da X.B., 33enne, e dal socio Z.Y. 46enne, entrambi cinesi, i militari hanno trovato sette operai al lavoro, di cui uno clandestino e quindi senza contratto di lavoro.
Nel secondo laboratorio, gestito X.G., 49enne e dal socio W.M. 57enne, entrambi cinesi, i militari hanno trovato sei operai a lavoro, di cui due clandestini.
Al termine della verifica, i carabinieri hanno così proceduto all’arresto in flagranza di reato di quattro cinesi, rispettivamente titolari e socio di entrambi i laboratori, ritenuti responsabili, in concorso, di favoreggiamento e sfruttamento della manodopera clandestina, caporalato e lavoro nero.
Entrambi i laboratori, compresi i macchinari e i capi di vestiario, per un valore complessivo di circa 250mila euro, sono stati sottoposti a sequestro. Conseguiranno inoltre le sanzioni amministrative per le violazioni accertate, non ancora quantificate.
Per i quattro arrestati la Procura della Repubblica di Mantova ha disposto la custodia domiciliare in attesa del rito direttissimo che si terra questa mattina innanzi al Tribunale di Mantova.