CASTEL GOFFREDO – Lavoravano per 14 ore al giorno, percepivano 2,50 euro all’ora e le condizioni igenico sanitarie erano da terzo mondo. Irruzione ieri, poco dopo le 16, da parte dei carabinieri in un laboratorio tessile di Castel Goffredo con il conseguente arresto di C.Y. 50enne titolare dell’attività, del suo collaboratore X.L. 53 anni, della moglie di quest’ultimo, I. H. 51 anni, e della loro figlia, X.L. 22enne, tutti di nazionalità cinese e residenti a Castel Goffredo. Le manette sono scattate per il reato di caporalato e sfruttamento della manodopera clandestina. Le forze dell’ordine hanno anche adottato un provvedimento di sospensione dell’attività oltre alla contestazione delle violazioni amministrative pari a circa 4.300. All’interno del laboratorio i militari dell’arma hanno infatti, sorpreso a lavorare quindici cittadini cinesi, di cui uno clandestino e alcuni di loro hanno riferito di essere stati inidirizzati dai gestori del laboratorio che, in caso di irruzione delle forze dell’ordine, avrebbero dovuto dichiarare di lavorare e percepire il salario previsto come da contratto nazionale. Le indagini e l’operazione di arresto sono state effettuate dai carabinieri della stazione di Castel Goffredo insieme ai colleghi di Asola e in collaborazione con i militari del nucleo Cc ispettorato lavoro di Mantova, coadiuvati dagli ispettori dell’inps e dell’inail e dalla polizia locale di Castel Goffredo, coordinati dal comandante della compagnia di Castiglione delle Stiviere colonnello Simone Toni. Le quattro persone arrestate sono state portate presso la propria abitazione in regime di detenzione domiciliare a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre nei confronti dell’operaio risultato irregolare nel territorio e quindi clandestino sono state attivate le procedure di espulsione da parte della Questura di mantova.
L’operazione rientra nell’ambito delle attività della “task force” voluta dal prefetto di mantova e dal comando provinciale dei carabinieri, per il contrasto del lavoro nero.