Stalking e minacce a moglie e figli, 48enne condannato a venti mesi di reclusione

Mobbing, rinviati a giudizio tre capi reparto della Bustaffa

MANTOVA – Era stato allontanato dalla propria famiglia per atti persecutori perpetrati ai danni di moglie e figli; ma non contento se l’era presa pure con il giudice civile che aveva trattato la causa di separazione che lo riguardava, finendo quindi in carcere. A fronte di un tale comportamento era stata anche disposta una perizia psichiatrica con conseguente ricovero nella Rems di Castiglione delle Stiviere per parziale vizio di mente. Protagonista della vicenda un 48enne italiano residente in un comune dell’Alto Mantovano. L’uomo era stato inizialmente indagato per ripetuti episodi di stalking posti in essere nei confronti della consorte alla quale inviava continuamente messaggi carichi di insulti tramutatisi poi ben presto in minacce rivolte anche ai due figli. Abbastanza per imporgli il divieto di avvicinamento ai propri familiari ma non per arrestarlo. Questo confine veniva infine oltrepassato quando il 48enne passava a minacce ancor più esplicite. «Se non vedo i nostri figli faccio una strage», aveva scritto alla ex in un messaggio in cui, oltre a lei e ai ragazzi, metteva nel mirino anche il giudice civile del tribunale di Mantova. Le manette ai suoi polsi scattavano così alla fine dello scorso aprile. Questa mattina l’epilogo giudiziario della vicenda. Comparso davanti al giudice per l’udienza preliminare l’uomo è stato condannato con rito abbreviato ad un anno e otto mesi di reclusione per le accuse di stalking, e mandato invece assolto dall’accusa di inosservanza degli obblighi a tutela dei figli. Vista la situazione pregressa il gup ha altresì procrastinato di altri sei mesi, quale misura di sicurezza, il ricovero coatto alla Rems aloisiana.