Telemonitoraggio pazienti Covid o sospetti Covid: nuova piattaforma di Ats Valpadana. Ad oggi 50 i pazienti monitorati

Sono oltre 100 i medici di Ats Val Padana che hanno aderito al progetto di telemonitoraggio dei pazienti Covid o sospetti Covid. Un servizio che permette di monitorare lo stato di salute del paziente grazie ad alcuni dispositivi che registrano i parametri su una piattaforma infomativa ad hoc.

Ad oggi sul territorio di Ats Valpadana (Cremona e Mantova) sono 50 i pazienti inseriti sulla piattaforma di telemonitoraggio.

Tre le tipologie dei pazienti individuati dal progetto: quelli in sorveglianza sanitaria in quarantena, pazienti Covid positivi dimessi dagli ospedali al domicilio e pazienti considerati al altro rischio, quelli cioè con patologie croniche e gli immunodepressi.

Tra i vantaggi del telemonitoraggio domiciliare quello di ridurre al minimo i contatti tra pazienti a rischio infezione e i covid positivi o sospetti tali evitanto che questi ultimi si rechino nelle strutture di cura.

Il punto di riferimento del progetto è il medico di medicina generale che individua i pazienti da inserire nel percorso di monitoraggio, inserisce i dati del paziente nella piattaforma e si accorda con ATS per far pervenire all’assistito il kit di monitoraggio che comprendo uno smartphone, un saturimetro (per l’ossigenazione del sangue e la frequenza cardiaca, uno sfigmomanometro (per la pressione sanguinea) e uno spirometro  (per la frequenza respiratoria) e un termometro.

L’assistito verrà contattato più volte al giorno da un pool di medici, i dati rilevati in autonomia dal paziente vengono caricati direttamente sulla piattaforma, in caso di parametri anomali, la Centrale Medica contatta il paziente per una nuova misurazione o in caso di urgenza avverte il medico di medicina generale che valuta se attivare i soccorsi.

Anche i medici delle Unità di Continuità Assistenziale (USCA) istituite dall’Ats sono coinvolti nel progetto effettuando la prima valutazione a domicilio dello stato di salute del paziente. Al termine del monitoraggio (solitamente di 14 giorni), gli USCA effettuano la visita conclusiva, necessaria per capire se l’assistito ha superato la fase critica e in questo caso ritirano la strumentazione, o se al contrario sia necessario aumentare il periodo di controllo.