Un terzo delle aziende mantovane ha investito in innovazione. Confindustria “La strada è ancora lunga, serve un cambio culturale”

Emergenza sanitaria, il Comune di Mantova agevola il lavoro da casa. Varato il regolamento per lo smart working

MANTOVA – “La struttura produttiva di Mantova è particolarmente declinata verso l’industria (rappresenta il 36% del valore aggiunto) il che in diversi casi rende complicato passare al lavoro da remoto. Il 40% degli addetti è occupato nella manifattura con un livello ancora limitato di automazione per non parlare dei 50.000 operai nell’industria, che oggi lavorano in linee di produzioni a basso contenuto tecnologico”.  E’ il commento di Paolo Arisi, presidente della sezione servizi di Confindustria Mantova.

“Anche la dimensione media delle imprese non gioca a favore (82% sono piccole) e questo di solito è associato a meno investimenti in tecnologie che consentono di restare produttivi a casa – prosegue Arisi –  nonostante questo contesto, circa un terzo delle imprese mantovane ha introdotto forme innovative di organizzazione del lavoro compreso l’utilizzo del personale a distanza”.

E’ quanto emerso dal webinar dedicato a digitalizzazione e smart working organizzato da Confindustria Mantova insieme al CNCT (comitato nazionale di coordinamento territoriale).

Il cambio di passo deve essere anche culturale.

Alcune realtà come il gruppo Barilla, dal 2013 utilizza lo smart working, per cui periodo Covid l’azienda non ha dovuto modificare sostanzialmente la sua organizzazione. Gli spazi aziendali sono stati riprogettati in “open space” mettendo a fattor comune sia le esperienze del co working che quelle dello smart working. “E’ un concetto “democratico”, in cui tutti hanno accesso alle stesse dotazioni” spiega Alessandra Stasi (gruppo Barilla).

Diverso il caso della Ufi Filters “Lo smart working era un’esperienza nuova – spiega il responsabile risorse umane Claudio Ceraico – con le sue implicazioni tecnologica e culturale, ma l’analisi del gradimento dei lavoratori all’esperienza ha riscontrato il massimo adattamento, e misurando alcuni parametri sulla produttività dei lavoratori, come telefonate, mail e riunioni a distanza, si è scoperto che sono aumentate rispetto alla modalità tradizionale”. Ora il management sta lavorando sul cambiamento culturale che lo smart working ha introdotto.